Pubblicato il: 20/07/2013 alle 11:25
Promette ulteriori sviluppi l’inchiesta coordinata dalla Procura di Gela che ha permesso di sgominare una presunta truffa che avrebbe coinvolto all’incirca 800 persone. Tre sedicenti professionisti di Gela, promettevano, posti di lavoro nella cooperativa Agroverde, impegnata a Gela nella realizzazione del più grande polo fotovoltaico d’Europa. In cambio si facevano consegnare una somma di denaro per la “messa a posto” della pratica. Nel registro degli indagati sono finiti Fabio Fasulo e Cristian Paradiso. Il primo è un commercialista ed imprenditore metalmeccanico che ha avuto già guai con la giustizia finendo in carcere nell’ambito dell’inchiesta Cash & flow. Il secondo è noto per essere il presidente dell’Atletico Gela, squadra di calcio che milita in promozione e in passato anche come presidente di un’associazione di protezione civile. Del terzo indagato le generalità invece non sono state rese note. Guardia di Finanza e magistrati stanno passando ai raggi X migliaia di file e documenti cartacei rinvenuti nelle abitazioni e negli studi professionali della presunta organizzazione. Sono già stati sequestrati all’incirca 800 curriculum. Sono finiti agli atti anche centinaia di codici fiscali e documenti personali di riconoscimento. I tre, con l’inganno, avrebbero lasciato intendere a centinaia di disoccupati che, tramite la loro mediazione, si prospettavano delle ottime probabilità per essere assunti, da imprese che avrebbero avuto in sub-appalto i lavori di costruzione dell’impianto fotovoltaico. Facevano dunque leva sulla carenza di lavoro, alimentando false speranze e speculando sul loro futuro occupazionale. In molti, per assicurarsi la tempestiva comunicazione telefonica non appena avessero avuto inizio i lavori, avrebbero già versato delle consistenti somme di denaro. Il reato ipotizzato dalla Procura, è associazione per delinquere finalizzata alla truffa.
“Siamo soddisfatti che il nostro esposto abbia avuto una risposta molto celere e significativa da parte degli inquirenti – ha commentato il presidente della cooperativa Stefano Italiano – è stata una vicenda spiacevole. Non è una cosa corretta verso la cooperativa, la città e la disperazione di tanta gente che cerca lavoro. Il nostro è un progetto delicato e difficile e vogliamo lavorare nella legalità e nella serenità”.