Pubblicato il: 07/02/2020 alle 10:18
Botte da orbi per questioni di pascolo. E per questo, adesso, hanno patteggiato la pena. Mazzate a più non posso che, alla fine, hanno costretto uno dei due malcapitati a fare ricorso alle cure dei sanitari.
Per gli altri, i presunti aggressori, invece, hanno preso corpo guai giudiziari. Sì, perché prima è arrivata la segnalazione alla procura e, poi, la citazione in giudizio per rispondere di una violenta aggressione in campagna. Questa, almeno, è stata la contestazione al centro di un procedimento a loro carico.
E alla fine, adesso, hanno pattuito la pena. Così per il sessantenne Calogero Ninfosì, il figlio, il trentacinquenne Giovanni Ninfosì e il cinquantunenne Gaetano Nasca (assistiti dall’avvocatessa Angela Porrcello), tutti di Sommatino.
Passando per l’intesa con il pubblico ministero Claudia Pasciuti, hanno patteggiato la pena con il gup David Salvucci a 2 anni 8 mesi ciascuno per le ipotesi di lesioni aggravate e minacce. Ma non è tutto.
Perché tra le pieghe del dispositivo il giudice ha ordinato che i tre risarciscano anche le parti civili secondo l’entità che poi sarà stabilita in un procedimento dedicato.
Nella veste di parti civile, nei confronti dei tre imputati chiamati in giudizio, si sono costituiti i fratelli, pure loro di Sommatino, Salvatore Pietro Medico, cinquantunenne e il quarantaseienne Michele Medico (assistiti dall’avvocato Giuseppe Dacquì).
È stato il più giovane dei due ad avere la peggio in quella selvaggia aggressione, come l’accusa l’ha ritenuta. È scattata nell’aprile di due anni fa nelle campagne di Sommatino.
Problemi tra pastori quelle che avrebbero contrapposto i due gruppetti. In particolare per questioni di pascolo e terreni. Dalle parole ai fatti il passo sarebbe stato breve. Ed il terzetto, secondo i contenuti della denuncia poi presentata, avrebbe assalito i due fratelli a suon di calci e pugni. E sarebbero stati armati anche di bastoni e pietre. È stato poi Michele Medico ad avere la peggio. E adesso, dal punto di vista processuale, si è chiusa questa prima parentesi con il patteggiamento dei tre. (Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia)