Aveva ingerito cocaina alla vista del posto di blocco su incitazione, sembrerebbe di Andrea Bellia, e per questo era morto poco dopo per un'overdose. L'episodio, di cui aveva già scritto Seguo News, si era verificato il 3 aprile dello scorso anno sulla Ss626 e adesso riemerge dalle indagini condotte dai carabinieri nell'ambito dell'operazione che ha portato all'esecuzione di 9 misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati. La vittima Gaetano Ferrara viaggiava in auto con Andrea Bellia e Giuseppe Contino entrambi indagati per spaccio di stupefacenti. Erano circa le 15.30 quanto i tre erano in viaggio su una Ford Mondeo guidata da Contino.
Alla vista dei carabinieri Bellia avrebbe incitato Ferrara a ingoiare la droga acquistata poco prima. Una volta fermati dai militari Gaetano Ferrara diventò subito cianotico e poco dopo morì per arresto cardiaco. Vani erano stati i tentativi degli operatori del 118 che erano intervenuti su chiamata dei carabinieri e avevano tentato di rianimare la vittima. Quest'ultimo fu portato comunque al Sant'Elia dove arrivò già privo di vita ma, al pronto soccorso, i medici tentarono ancora le manovre cardiopolmonari con esito negativo. Ma gli episodi contestati dai carabinieri ai 9 indagati dell'operazione di questa mattina, svolta congiuntamente alla Squadra Mobile di Caltanissetta sono moltissimi e oltre 60 i capi di imputazione contestati. Cocaina, hashish, marijuana e crack venivano acquistate a Catania, Enna, Palermo, per poi essere rivendute nel capoluogo.
Lo spaccio avveniva in ogni luogo della città, anche all’interno di un h24 di via Rosso di San Secondo dove pusher e cliente si infilavano per rimanere al riparo da occhi indiscreti. Movimenti così fugaci da far ritenere agli indagati di non essere visti e che invece non sono sfuggiti agli investigatori che per mesi hanno intercettato e ripreso i movimenti dei pusher. Alcuni degli indagati tra loro erano sospettosi. Uno di loro nel corso di una intercettazione fu definito “infame” perché a parere degli altri aveva posto in essere una serie di azioni volte a depistare l’azione delle forze dell’ordine dalla sua persona verso gli altri. “Vedi che è infame tuo cognato, fa chiamate agli sbirri” si sente nel corso di un’intercettazione. Disprezzo nei confronti delle forze dell’ordine che sarebbe emerso in altre conversazioni, per esempio quando gli indagati erano infastiditi dalla presenza di troppi poliziotti e carabinieri in città per le restrizioni dovute alla pandemia. “C’è un bordello c’è (…) per strada ci sono tre miliardi di posti di blocco se tu hai guardato (…) siamo zona rossa le uscite tutte bloccate”.