Pubblicato il: 15/01/2014 alle 12:17
L'indagine della Procura della Repubblica di Palermo sulle spese dei gruppi parlamentari dell'Ars e' appena agli inizi. L'ingente quantitativo di carte e documentazione vagliata dalgli uomini militari del Nucleo della tutela spesa pubblica della Guardia di Finanza sara' inviata anche alla Corte dei Conti. Le fiamme gialle hanno infatti chiesto l'autorizzazione per l'invio dei documenti ai magistrati contabili alla Procura che ha dato l'assenso. Il reato penale ipotizzato e' il peculato mentre la Corte dei conti dovrebbe accertare il danno erariale.
Il pm Leonardo Agueci“L'indagine è complessa poiché è difficile accertare il reato – spiega il procuratore aggiunto Leonardo Agueci – dato che la zona grigia tra lecito e illecito è ampia”. La legge infatti prevede che i fondi siano utilizzati per l'attività politica dei gruppi e all'epoca non vigeva l'obbligo di rendicontare. “Ad esempio – dicono gli investigatori – una cena elettorale potrebbe rientrare nell'uso lecito di questi fondi”.
Secondo Agueci l'inchiesta “è solo all'inizio”. “La Guardia di Finanza ha lavorato per più di un anno su migliaia di carte, documenti, scontrini, fatture – spiega Agueci – un lavoro incredibile fatto da soli otto uomini del Nucleo tutela spesa pubblica delle Fiamme gialle. Ci sono molte spese sostenute dai gruppi parlamentari che vanno tutte verificate, va valutato cosa può essere stato destinato per spese per attività politica e cosa no”.
Agueci sotolinea poi che “sono coinvolti tutti i gruppi parlamentari dell'Ars della scorsa legislatura”, a diferenza “delle indagini condotte in altre regioni. Sono tutti i gruppi ad avere effettuato delle spese “pazze”. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori non solo gli acquisti fatti da alcuni deputati, dai fumetti Diabolik, alla biancheria intima, dal pagamento di una multa a un gioiello, da una borsa Vuitton a una sciarpa Hermes. Ma non solo.
“Stiamo facendo anche degli accertamenti – dice Agueci – sull'attività svolta dai gruppi e le spese legate alla politica, come l'affitto di un immobile per un partito, tanto per fare un esempio. Dobbiamo fare uno screening approfondito”. “Bisogna verificare caso per caso – spiega ancora Agueci – Le spese per la politica previste dalla legge sono per l'attività politica non certo per il sostentamento di chi la fa”. Il riferimento è alla spesa di oltre 4.700 euro per l'acquisto di cialde di caffè, oppure per il pagamento di pranzi o cene al bar dell'Assemblea regionale siciliana. “L'indagine che parte adesso è capire cosa c'è dietro quelle spese – dice Agueci – ecco perchè parte ora”.