Pubblicato il: 30/05/2014 alle 06:19
Sette milioni di euro. E' la stima del patrimonio – tra società commerciali, depositi bancari, appartamenti, terreni e società commerciali – che è stato confiscato all'imprenditore nisseno Matteo Allegro, di 32 anni, e ai suoi familiari dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Caltanissetta che ne aveva disposto il sequestro nell'ottobre del 2011. I beni di Allegro, titolare di tre aziende che noleggia slot machine e videogiochi, erano ritenuti di provenienza illecita dai magistrati della Dda di Caltanissetta per i suoi presunti rapporti con la famiglia mafiosa nissena.
Allegro è attualmente imputato nel processo “Les jeux sont faits” che si sta concludendo in cui è accusato di concorso esterno in associazione, truffa, frode informatica e corruzione. Per l'imprenditore – difeso dagli avvocati Danilo Tipo e Nino Caleca – i pubblici ministeri hanno chiesto la condanna a 11 anni e mezzo di carcere.
I giudici patrimoniali hanno disposto la confisca – ancora non definitiva – del tesoretto di Matteo Allegro e di alcuni suoi familiari, tra cui il padre Salvatore Allegro di 55, la madre Giusy Mosca di 50 anni, il fratello Luigi Allegro di 28, Francesca Maria Vullo (moglie di Matteo Allegro) di 28 anni e Stefania Ionescu (moglie di Luigi Allegro) 26 anni, nonché di Marco Angotti (dipendente di Matteo Allegro).
Tra i beni confiscati alla famiglia Allegro e ai suoi presunti prestanome vi sono le aziende commerciali del settore dei giochi elettronici “Eurogames 2000 S.r.l.” e la “Bet Games Group S.r.l.”, il bar “Simpaty” di via Ferdinando I, un locale commerciale, quattro appartamenti e due appezzamenti di terreno a Caltanissetta. I confini della confisca si sono estesi fino a Campofelice di Roccella, in provincia di Palermo, e in particolare su due appartamenti, undici quote di usufrutto e 23 di nuda proprietà su immobili vari. Unica eccezione è stata fatta per cinque auto intestate a Giusy Mosca – ex consigliere comunale – e due conti correnti nei quali v'era un saldo di appena 6 euro. Vetture e libretti sono stati dissequestrati dal Tribunale e restituiti alla legittima proprietaria.
Secondo l'inchiesta della Squadra Mobile, il gruppo Allegro avrebbe messo in piedi un sofisticato sistema informatico che riusciva a sottrarre ingenti risorse ai Monopoli di Stato, attraverso software per il gioco d'azzardo e telecomandi che servivano a cambiare la schermata nei videogiochi all'arrivo delle forze dell'ordine. Dalle indagini sono emersi presunti casi di corruzione da parte di poliziotti e finanzieri, tutti imputati nel processo in corso in Tribunale con il rito ordinario.
Alcuni pentiti hanno riferito che gli Allegro avrebbero imposto slot-machine e videogiochi ai titolari di bar, circoli privati e sale ricreative della provincia di Caltanissetta, ma molti commercianti hanno ribadito al processo che non v'è stato alcun “diktat” da parte di Matteo Allegro e del braccio destro Marco Angotti, che hanno sempre respinto l'accusa di essere avvicinati alle cosche mafiose. I difensori della famiglia Allegro certamente ricorreranno in appello per ottenere il dissequestro del variegato patrimonio che è stato confiscato nei giorni scorsi dal Tribunale nisseno.