Pubblicato il: 25/11/2013 alle 08:18
L'ispettore Nadia Lumia
Nell'elenco di vittime e carnefici ci possiamo finire tutti. Non c'è distinzione di età, né che lavoro svolgi, tantomeno se sei donna o uomo, adolescente o anziano. Tutti siamo potenziali perseguitati o diventare possibili persecutori. La vasta gamma di inseguiti e di inseguitori si arricchisce ogni giorno che passa. Lo sanno bene alla Divisione Anticrimine della Questura di Caltanissetta guidata dal primo dirigente Andrea Loiacono, che di casi di stalking ne segue parecchi col suo staff.
Èin questo ufficio dal nome di stampo burocratese ma in prima linea sul fronte della violenza di genere, che irrompono le paure di chi decide di raccontare la vessazione subita dall'ex fidanzato mollato, dallo sconosciuto molesto, dall'amico di comitiva invaghito ma respinto che ti toglie il respiro, dall'allieva che si infatua del maestro di ballo. Ecco solo alcuni casi esistenti nel Nisseno che finiscono periodicamente su una sola scrivania, quella dell'ispettore Nadia Lumia, responsabile dell'ufficio Misure prevenzione personali che recepisce le denunce presentate dalle caserme dei carabinieri o dai Commissariati di Polizia sparse sul territorio.
Èlei, donna raffinata ma col grintoso piglio dello “sbirro”, che ascolta le vittime, analizza e valuta le loro storie. Dall'aprile del 2009, quando è stato introdotto nel codice penale il reato di stalking – inglesismo troppo abusato al posto del più più efficace atti persecutori – fino ad oggi il Questore ha emesso 48 ammonimenti, atto con cui si intima allo stalker di non perseguitare la vittima. Provvedimento amministrativo a cui si arriva dopo l'avvio di un'istruttoria per approfondire la vicenda nella sua globalità. Un iter più soft, che rappresenta una alternativa alla denuncia penale o viceversa. Meglio far parlare le cifre: da gennaio a oggi sono stati spiccati 13 ammonimenti, a fronte di 31 richieste provenienti da tutta la provincia in appena 11 mesi, molte delle quali vengono rigettate o spesso la vittima rinuncia a chiedere il “cartellino giallo” per il suo molestatore. Sempre da aprile 2009 a oggi sono state 32 le denunce per stalking presentate all'ufficio relazioni col pubblico della Questura, ma ovviamente mancano all'appello le querele sporte direttamente negli uffici della Squadra Mobile.
Ma da tempo non è più il sentimento respinto o il marito in eterno conflitto con l'ex moglie per la contesa dei figli o del mantenimento, il motivo che scatena le persecuzioni seriali. É Nadia Lumia, dal suo osservatorio privilegiato, ad offrire quest'altro spaccato. “Nell'ambito dei condomini – spiega il sottufficiale della Polizia di Stato – è un classico che si sviluppano dei casi di rivalità tra inquilini, alcuni dei quali però ci hanno chiesto di intervenire con l'ammonimento. Richiesta che è stata respinta perché i reati non si qualificavano come una vera persecuzione, mancando i presupposti tipici come lo stato d'ansia, il cambiamento di abitudini o il timore per l'incolumità personale. Si tratta di casi atipici, ma stiamo assistendo anche a questo fenomeno”.
L'identikit del persecutore non ha un modello prestabilito, come confermano gli investigatori nisseni: “Abbiamo avuto vittime di stalking anche minorenni – aggiunge l'ispettore Lumia – mentre la fascia d'età dei persecutori varia dai 20 anni ad una media di 50-60 anni. Ci sono stati liberi professionisti, insomma non esiste un molestatore tipico”. Ma si distinguono più le donne o gli uomini nei comportamenti persecutori? Nadia Lumia tira fuori le statistiche: “Posso dire che l'80% degli uomini si rende responsabile di questo reato. Il resto sono donne”.
Ma i casi sono in aumento, nonostante la recente stretta del legislatore che ha previsto parecchie aggravanti per chi perseguita un soggetto, spesso trasformando la sua vita in un inferno.
IN COPERTINA: FOTO DI DOMENICO FIANDACA