Pubblicato il: 21/06/2019 alle 12:53
La norma salva Cantieri presenterebbe profili di illegittimità ed inoltre non avrebbe alcuna influenza sulla ripresa dei lavori. Questo quanto affermato dall'architetto Andrea Milazzo in merito alla norma che, a detta del M5S e della Lega, consentirebbe una ripresa dei lavori sulla strada che collega Caltanissetta ad Agrigento.
"I politici che hanno varato questa norma, sanno probabilmente che presenta profili di illegittimità. La soddisfazione delle proprie spettanze da parte dei creditori della CMC, così come di qualsiasi altro soggetto che vanta crediti nei confronti di un’azienda assoggettata a procedura concorsuale – spiega Andrea Milazzo, consigliere segretario dell'Ordine degli Architetti di Caltanissetta – non può che avvenire all’esito della liquidazione dell’attivo (laddove esistente) rispettando il principio della par condicio creditorum. Questa possibilità di soddisfazione dei creditori a spese dello Stato, che potrebbe configurarsi come aiuto di stato alla CMC (che si vedrebbe potenzialmente sgravata dalle proprie posizioni debitorie coperte da questo così detto “fondo salva imprese”), travalicherebbe qualsiasi principio di legittimità e si esporrebbe a censure da parte della corte dei conti, oltre che ledere principi di costituzionalità. Differirne l’applicazione e subordinandola al parere del debitore (quindi del giudice delegato nel caso nel caso di specie) e’ verosimilmente un tentativo di rendere “de facto” la norma inapplicabile (una volta resisi conto delle criticità) ribaltandone su altri la responsabilità di ciò. L’opera potrà sbloccarsi solo allorquando Anas rescindera’ il contratto a CMC (procedimento che avrebbe dovuto già attivare da tempo invece che consumare un ulteriore colposo ritardo) e provvedere a un nuovo affidamento a soggetto idoneo. La soddisfazione delle ragioni creditorie delle imprese locali danneggiate e’ purtroppo un’altra storia. Mi dispiace per loro, ma prevedo, purtroppo, tempi lunghi assoggettati agli atti che potranno in essere gli organi della procedura del Tribunale di Ravenna. Una soluzione potrebbe essere un “prestito ponte” alla CMC per farla tornare “in bonis” completare le commesse e riportarsi in attivo. Ma ciò esigerebbe che la stessa venga posta in amministrazione straordinaria azzerandone l’attuale governance".