Pubblicato il: 15/01/2016 alle 18:57
Un colpevole e un innocente per la strage di Vittoria, la sanguinaria esecuzione di cinque persone freddate il 2 gennaio del 1999 al bar Esso durante la guerra di mafia. Oggi la Corte d’Assise di Siracusa ha condannato a 18 anni di reclusione Giuseppe Selvaggio di Mazzarino, 45 anni, accusato anche di associazione mafiosa, e assolto “per non aver commesso il fatto” il trentacinquenne mazzarinese Claudio Calogero Cinardo accusato di essere l'autista del commando entrato in azione, che di contro è stato condannato a 3 anni per mafia. Per Selvaggio (difeso dagli avvocati Ernesto Brivido e Luca Cianferoni), il pubblico ministero della Dda di Catania, Rocco Liguori, aveva chiesto l'ergastolo e avanzato l'assoluzione per Cinardo (difeso dall'avvocato Danilo Tipo). Per la strage di Vittoria sono stati svolti altri processi.
I due imputati, nel 2013, erano stati incriminati nell'inchiesta “Victoria” della Squadra Mobile di Caltanissetta perché sospettati – con altri indagati – di aver avuto ruoli decisivi nell'eccidio di San Basilio, uno dei fatti più cruenti della faida fra cosche rivali. Vero obiettivo del commando era il boss stiddaro Angelo Mirabella, un esponente del clan Dominante-Carbonaro. Quella sera Mirabella era all’interno del bar “Esso” quando i sicari spararono all’impazzata, uccidendo non soltanto il capomafia ma anche alcuni affiliati al clan Dominante come Rosario Nobile e Claudio Motta e due clienti estranei alla mafia, Rosario Salerno e Salvatore Ottone, freddati dalla pioggia di proiettili dai killer assoldati dalla cosca gelese Emmanuello. FOTO ARCHIVIO