Pubblicato il: 21/01/2014 alle 11:24
«Quando arrivai a Caltanissetta da parte di tutti c'erano perplessità rispetto alla caratura del personaggio Vincenzo Scarantino. Ricordo perfettamente che si trattava di dubbi nutriti non solo dai magistrati ma anche dagli investigatori». Lo ha detto il procuratore aggiunto Ilda Boccassini che sta deponendo al quarto processo per la strage di Via D'Amelio, in cui fu ucciso il magistrato Paolo Borsellino, in corso davanti alla corte d'assise di Caltanissetta, riferendosi all'ex collaboratore di giustizia.
Al dibattimento sono imputati di strage i boss Salvino Madonna e Vittorio Tutino e di calunnia i falsi pentiti Calogero Pulci, Vincenzo Scarantino e Francesco Andriotta, autori di un clamoroso depistaggio che è costato la condanna all'ergastolo a sette innocenti. «Scarantino – ha raccontato la Boccassini che tra il '92 e il 94 fu applicata alla Procura di Caltanissetta per indagare sugli eccidi di Capaci e via D'Amelio – dal carcere faceva arrivare messaggi tramite la polizia penitenziaria. Accennava alla possibilità di parlare, poi si tirava indietro. Oscillava. Fino a giugno quando ci fu la ciliegina finale, decise di collaborare e andammo a Pianosa a sentirlo».
«Tramite l'analisi dei cellulari già nel giugno del 1994 uscì fuori l'utenza di Gaspare Spatuzza nelle indagini sulla strage di via D'Amelio. Fino ad allora c'erano collegamenti che potevano portare allo spunto investigativo che ora si persegue». «Scoprimmo – ha aggiunto Boccassini – che il 19 luglio del '92 (giorno della morte di Borsellino ndr) c'erano telefonate tra Gian Battista Ferrante e Fifetto Cannella e da lì si risaliva a Spatuzza». Spatuzza, che ha cominciato a collaborare con la giustizia nel 2008, ha riscritto la storia della strage di via D'Amelio svelando il depistaggio, che coinvolge i falsi pentiti Vincenzo Scarantino, Francesco Andriotta, Calogero Pulci, tra gli imputati del processo, sulla fase esecutiva dell'attentato. Grazie alla collaborazione del pentito, che si è autoaccusato della strage in cui fu ucciso Borsellino, è stato possibile ricostruire le fasi preparatorie dell'eccidio e scagionare i sette innocenti accusati da Scarantino, Pulci e Andriotta.