Pubblicato il: 27/05/2016 alle 15:06
Cinque ergastoli per la strage di Capaci. A conclusione della requisitoria, svoltasi davanti alla corte d'Assise di Caltanissetta, il procuratore aggiunto Lia Sava ha chiesto il carcere a vita per gli imputati Salvatore “Salvino” Madonia, Vittorio Tutino, Cosimo Lo Nigro, Lorenzo Tinnirello e Giorgio Pizzo. Contro di loro le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, primo fra tutti Gaspare Spatuzza, che nel momento in cui ha iniziato a collaborare, ha consentito ai magistrati di aprire un nuovo filone di indagini. Gli inquirenti sono convinti che non vi furono mandanti esterni e che l'esplosivo utilizzato venne recuperato in parte dalle bombe rimaste inesplose in fondo al mare. Per l'attentato in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, ci sara' anche un terzo processo, ha annunciato Sava. La procura nissena, sta adesso raccogliendo le rivelazioni del nuovo collaboratore di giustizia Cosimo D'Amato, il pescatore di Porticello che ricopri' un ruolo per il reperimento del tritolo poi utilizzato per la strage.
Ad annunciare il nuovo processo è stata Lia Sava, procuratore facente funzioni di Caltanissetta, nelle conclusioni della requisitoria per il processo Capaci bis. “Continueremo – ha detto – le indagini per cercare la verità sulle stragi. Ne abbiamo un obbligo giuridico e morale perché siamo consapevoli che nel procedimento concluso e in quello ancora aperto non può esserci tutto”. Sava ha indicato i temi da approfondire nel terzo processo da istruire: i mandanti esterni a Cosa nostra, i moventi plurimi delle stragi del 1992-93, le cointeressenze.
Nel nuovo procedimento confluiranno le posizioni del superlatitante Matteo Messina Denaro e di altri tre indagati chiamati in causa dal nuovo collaboratore Cosimo D'Amato, il pescatore di Porticello che ha rivelato come l'esplosivo estratto dalle bombe ripescate in mare sia finito alla cosca di Brancaccio per essere utilizzato nella strage di Capaci.