Pubblicato il: 16/01/2024 alle 17:48
“Nel covo di vicolo Pipitone veniva Faccia di mostro (il poliziotto Giovanni Aiello ndr), noi lo chiamavamo così perché ci faceva paura quando arrivava. Venivano Bruno Contrada, Arnaldo La Barbera e altri poliziotti”. E’ il racconto del collaboratore di giustizia Vito Galatolo, oggi sentito come teste al processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio che si celebra in Corte d’appello a Caltanissetta, riferendosi al periodo tra il ’90 e il ’91.
“In due occasioni mio zio Giuseppe – racconta Galatolo – si ritirò a parlare con La Barbera in uno scantinato. Veniva di sera e non di giorno. Una di queste volte è entrato nel vicolo e uno dei miei cugini gli ha fatto segnale di andare avanti ma lui fece capire che già sapeva dove doveva andare. Nella mia famiglia si diceva che La Barbera era uno che ‘mangiava peggio degli altri’ ma che comunque era una persona a cui Nino Madonia teneva tantissimo”.
La deposizione di Galatolo si ricollega a quella del pentito Francesco Onorato che nell'ultima udienza aveva parlato di una presunta vicinanza tra l'ex questore Arnaldo La Barbera e alcuni esponenti di Cosa Nostra come Totò Riina e i Madonia.
“Mi ricordo che Mimmo Fasone era un ragazzo in gamba. Tra il 22 e il 23 dicembre del ’91 ci eravamo scambiati gli auguri di Natale poi, ai primi di gennaio del ’92, successe questa cosa che fu ucciso da La Barbera”. Anche Vito Galatolo, oggi sentito a Caltanissetta nell’udienza sul depistaggio delle indagini sulla strage di Via D’Amelio, così come ha fatto nella scorsa udienza il pentito Francesco Onorato, si è soffermato sull’omicidio di Girolamo Fasone che, durante una rapina, fu ucciso da Arnaldo La Barbera, all’epoca capo della Squadra Mobile.
“Quando il giornale pubblicò la notizia che Arnaldo La Barbera aveva ucciso Mimmo Fasone – ha continuato Galatolo – ci fu tanta rabbia, perché comunque un ragazzo giovane era stato ucciso. E si cominciò a dire di ‘andare a rompere le corna’ a questo La Barbera’. Dicevamo ‘ma come si è permesso a uccidere questo ragazzo?’. Ma poi mio cugino Angelo e i miei zii disse che non si poteva fare perché Madonia teneva a La Barbera”.