Pubblicato il: 08/02/2015 alle 12:18
L'ufficio studi Confcommercio scatta una fotografia degli orientamenti di spesa negli ultimi 18 anni e viene fuori che gli italiani possano, addirittura, rinunciare a un pasto completamente strutturato, ma non possono vivere un'ora senza controllare il proprio cellulare.
La spesa totale delle famiglie per tempo libero, viaggi, vacanze, telefonia valeva il 15,3% nel 1995, oggi vale quasi il 18% nonostante la crisi. Emerge, in generale, il sorpasso della spesa per i servizi rispetto a quella per i beni (52,3% contro 47,7%) e la crescita della spesa per i pasti in generale ( 1,8%) seguita da quelle per il tempo libero ( 1,5%) e per mobilità e comunicazioni ( 0,6%). All'interno di quest'ultima voce, scende l'acquisto di autovetture e cresce quello di servizi e beni per le comunicazioni.
Il calo di voci di spesa ‘tradizionali' quali abbigliamento, auto, mobili e arredamento da parte delle famiglie, ”non è frutto soltanto della crisi dei redditi ma anche di nuovi modi di vivere”, rileva Confcommercio analizzando i driver di spesa degli italiani dal 1995 a oggi. Così ”capi classici di valore più elevato attraggono sempre meno consumatori condizionando negativamente i volumi di spesa”. Al contempo sono cresciuti i consumi per servizi culturali, ristoranti, telefonia. Si tratta di una crescita che riflette le trasformazioni sociali e la maggiore propensione delle famiglie a viaggiare e partecipare a eventi culturali, ma che tuttavia resta al di sotto di quella che si è avuta in altri Paesi in cui la crisi dei redditi non è stata forte come in Italia.