Pubblicato il: 29/08/2022 alle 09:46
Il video di Cateno De Luca in cui vengono attaccati il collega Giacinto Pipitone e il Giornale di Sicilia è offensivo nei contenuti e nei toni oltre stupefacente e sconcertante per la violenza verbale con cui si esprime il proprio dissenso verso un articolo pubblicato su gds.it. Al collega Pipotone, attento e scrupoloso cronista di politica, e ai colleghi del Giornale di Sicilia, va tutta la solidarietà di Assostampa Sicilia». Così il sindacato dei giornalisti interviene sul video postato sui social dal candidato governatore Cateno De Luca. «Parole pesanti – aggiunge Assostampa – che non fanno altro che esacerbare i toni e gli animi, e che puntano a intimidire e minacciare il diritto dei cittadini ad una informazione libera».
Di «inaccettabili espressioni» parla l’Ordine dei giornalisti di Sicilia. «Nel video si parla addirittura di “mafie dell’informazione”: una violenza verbale senza precedenti, che non è ammissibile». «C’è da rabbrividire al pensiero che un tipo come Cateno De Luca – che utilizza il registro dell’offesa per difendere le sue ragioni, la sguaiataggine come cifra politica e i toni minacciosi per ribattere a quello che lui ritiene essere un errore giornalistico – ambisca a diventare il presidente della Regione», commenta in una nota il Comitato di redazione del Giornale di Sicilia, non escludendo che le frasi possano finire sul tavolo di un giudice «per decidere se configurino un reato».
Anche il Cdr de La Sicilia condanna senza mezzi termini le parole di De Luca, «che dovrebbe avere rispetto verso chi lavora e che è lontano da logiche perverse». Trasversale (dal M5S a Db) la stigmatizzazione da parte della politica delle parole di De Luca. La vicenda, spiega lo stesso cdr del Gds, nasce dal «racconto in progress sul destino delle liste elettorali, pubblicato sulla versione online del giornale, che aveva prima segnalato qualche criticità per le formazioni di De Luca». Lo stesso sito ha chiarito poi che la lista Orgoglio Siculo del collegio di Palermo era stata ritirata dallo stesso movimento di De Luca, come comunicato da Ismaele La Verdera, presidente di Sud chiama Nord.