Pubblicato il: 29/10/2014 alle 16:56
“Il destino dei Patronati è segnato se sarà approvata la Legge di stabilità. Una scelta politica che rischia di lasciare senza assistenza milioni di cittadini”. Lo afferma in una nota Antonio Bellanca, responsabile del patronato Inas della Cisl. “Sembrano piccoli interventi, di quelli che a prima vista colpirebbero finalmente una qualche burocrazia o eliminerebbero dei privilegi. E invece sono destinati a danneggiare proprio i più deboli tra i cittadini”, spiega il patronato. “Questo è quello che può succedere con il taglio del Fondo Patronati deciso dal governo Renzi con tre mosse. La prima prevede la decurtazione del fondo, che oggi ammonta a 430 milioni di euro, per l’esercizio finanziario dello Stato dell’anno 2015, di 150 milioni, con una riduzione del 69,40% rispetto alla dotazione attuale, la seconda l’abbattimento dell’aliquota dallo 0,226% allo 0,148% a partire dal gettito contributivo dell’anno 2014, una ulteriore diminuzione di risorse pari al – 34,51%, ed infine la diminuzione dell’acconto dell’attività svolta dall’80% al 45% dall’esercizio finanziario dello Stato per l’anno 2016 che in termini percentuali ha un effetto di riduzione del 63,16%.
Il fondo patronati, è alimentato da una quota parte (lo 0,226%) dei contributi previdenziali che tutti i lavoratori versano alle casse previdenziali, per assicurare tutele fondamentali – previste dall’art. 38 della Costituzione – anche a chi non può permettersele Gli effetti saranno devastanti, poiché tale manovra mette a rischio di licenziamento 8.000 posti di lavoro dei 10mila addetti e di conseguenza la sostanziale eliminazione del sistema patronato, che non potrà più garantire né la gratuità nell’accesso alle prestazioni che rendono esigibili i diritti sociali né il supporto agli enti previdenziali che oggi consentono il funzionamento degli stessi, non in grado di gestire le istanze dei cittadini.
A caduta, nella provincia di Caltanissetta sono in pericolo 83 posti di lavoro, denuncia ancora Bellanca. Le norme che restringono l’anticipazione delle risorse per l’attività svolta, con la diminuzione dell’acconto dall’ 80% al 45%, strangoleranno finanziariamente gli istituti di patronato, portando di fatto ad un’impossibilità operativa a partire dal prossimo anno.
“Con un taglio di questo genere i patronati verrebbero privati di liquidità sufficiente, bloccata anche dal ritardo di 3 anni nei saldi del finanziamento, di fatto sono ancora in attesa di ricevere i saldi sull’attività già accertata del 2011, 2012. Noi diciamo no al taglio perché i cittadini pagano le tasse per un servizio che dovrebbe essere erogato dall’Inps. Invece, l’ente previdenziale, ha progressivamente chiuso gli sportelli al pubblico ed ha demandato tutte le procedure al sistema informatico, pensando che il cittadino potesse essere in grado con il proprio Pin, ad accedere autonomamente alle prestazioni. All’opposto nonostante tutte le promesse di semplificazione, non tutti saranno mai in grado d’istruire pratiche complesse”, aggiunge l'esponente Inas Cisl.
“Pensiamo la sorte che farebbero tutti quei pensionati di 70 e passa anni, operai e braccianti dediti solo al lavoro ed alla famiglia che non sono per nulla avvezzi al web. Lo scorso anno i Patronati presenti nella provincia di Caltanissetta hanno registrato oltre 40.000 accessi e sono state aperte 36.233 pratiche di persone che chiedevano assistenza per la pensione, l’invalidità, gli infortuni, i permessi di soggiorno, i bonus antipovertà, ecc. Cittadini per i quali i Patronati rappresentano il filo di Arianna necessario a uscire vivi dal labirinto della Pubblica amministrazione e che senza assistenza non solo non riusciranno ad accedere a quel poco di welfare che abbiamo, ma verrà negato loro alla radice il diritto di chiedere”.
La tensione sociale che sarebbe scaturita dalla mancanza di interlocuzione diretta tra cittadini, Inps ed Istituzioni è stata contenuta grazie all’intervento dei patronati, che hanno svolto un importante ruolo suppletivo rispetto all’ente. Il supporto dei patronati si è rivelato determinante anche per la gestione delle procedure di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno, inizialmente affidata alle Questure e, in un secondo momento, delegata al nostro sistema: grazie al nostro intervento, sono sparite le vergognose code ed i bivacchi di cittadini stranieri fuori dagli uffici di Polizia e 400 agenti, sono stati reimpiegati in servizi più attinenti alle funzioni di sicurezza sul territorio”.