Pubblicato il: 26/07/2021 alle 09:34
Questa volta ci siamo presi un po' di tempo per studiare la sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa che conferma la sentenza del TAR che l’anno scorso ha sancito l’illegittimità delle tariffe, con cui Siciliacque, nella sua qualità di grossista, vendeva acqua agli altri gestori dell’isola (tra cui Caltaqua,). D’accordo, tariffa illegittima, ma adesso chi indennizza gli utenti per il maggior costo dell’acqua che ovviamente è finito per riverberarsi nelle nostre fatture? Le nostre battaglie a favore dell’utenza in materia di servizio idrico, partono da lontano. Partono dalle contestazioni al gestore del servizio idrico nella provincia di Caltanissetta, circa la qualità del servizio fornito, e poi, alle consequenziali segnalazioni alle Autorità competenti.
Queste battaglie, adesso, si arricchiscono di un altro elemento: le tariffe di Siciliacque. Tutti conosciamo la storia del sovrambito. In Sicilia, Siciliacque, fornisce di acqua i vari gestori del servizio idrico in Sicilia. Siciliacque è in pratica, un grossista di acqua. Una sentenza del TAR del febbraio dell’anno scorso, sanciva l’illegittimità delle tariffe applicate da Siciliaque nei confronti dei vari utenti (tra cui Caltaqua e gli altri gestori che da quel “grossista” si riforniscono). Diceva, in breve, che la tariffa idrica avrebbe dovuto essere approvata non dalla Regione Siciliana, ma dall’ente di governo (ATO, adesso ATI). Adesso una sentenza del Consiglio di Giustizia amministrativa, conferma quella sentenza e con essa quella illegittimità.
Ma voglio aggiungere un ulteriore tassello, perché al momento, le tariffe di Siciliacque, per quanto attiene agli anni 2016-2019, risultano essere sotto la lente di ingrandimento dell’Autorità nazionale che nel 2019, ha aperto un procedimento sanzionatorio nei confronti della stessa Azienda, che avrebbe applicato – tra le altre cose – dei moltiplicatori tariffari (nella determinazione della tariffa), non corretti. Una tariffa, pertanto, che presenta molteplici elementi di illegittimità. Ma andiamo oltre. Nel 2020, il gestore del servizio idrico della nostra provincia, ha pagato oltre 11 milioni di euro a Siciliacque per l’acquisto di acqua potabile (cifre simili sono rinvenibili anche per gli anni precedenti). Quel costo, poi, ovviamente, finisce nelle bollette degli utenti. L’acquisto, per inciso, sulla base di una tariffa dichiarata illegittima.
E allora, per fare chiarezza e non cadere in troppi tecnicismi, se la tariffa applicata da Siciliacque, negli anni di riferimento della sentenza, era di 0,6960 €/mc, e la stessa viene dichiarata illegittima, dovendosi pertanto applicare altra tariffa inferiore alla stessa (come stabilito dal Consiglio di Giustizia Amministrativa), la domanda che ci poniamo è semplice: chi indennizzerà i consumatori per il maggiore esborso? Vogliamo ricordarlo, Siciliacque è partecipata al 25% dalla Regione Siciliana, per cui chi si farà carico “dell’errore” nella determinazione delle tariffe? Chi paga? E ancora, preso atto dell’errore, chi provvederà a determinare le tariffe sulla base di quanto previsto dalla vigente normativa? (deliberazione n. 656/2015/T/IDRI e delibere successive). Chiediamo un intervento dell’ATI.
E’ indispensabile che l’Assemblea Territoriale Idrica metta ordine in questa vicenda. Movimento Consumatori allora intende chiedere all’ATI (Assemblea Territoriale Idrica), quali strumenti vuole porre in essere per fare in modo che i consumatori, che hanno sostenuto negli anni un costo “illegittimo”, vengano indennizzati di tale maggior costo. E ancora, quali passi la Regione Siciliana (a cui rivolgiamo medesimo appello), e l’ATI, stanno facendo per approdare alla determinazione delle tariffe idriche, in ossequio alle prescrizioni e alle garanzie previste dalle delibere di ARERA. Sullo sfondo, inutile a dirlo, l’incongruenza di un sovrambito che altro non fa che aumentare i costi del servizio in capo ai cittadini.
E’ evidente, che ancora una volta, siamo pronti alla tutela collettiva ed individuale dei consumatori che negli anni hanno visto la propria bolletta idrica lievitare anche a causa di costi illegittimi. Chi paga, e questo principio non è per noi accettabile, è sempre il cittadino.