Pubblicato il: 14/05/2022 alle 16:45
«“Piccola Atene” è uno spettacolo che assembla più suggestioni, atmosfere diverse, più codici spettacolari e differenti grammatiche di drammaturgia. È il racconto di una città “mitica”, persa in una specie di età dell’oro, situata a cavallo degli Anni 30 ed il secondo dopo-guerra». Così il regista Antonello Capodici introduce il racconto che il suo spettacolo “Piccola Atene, appunti di viaggio su una città perduta” porterà, martedì 17 maggio, sul palco del Teatro comunale Regina Margherita di Caltanissetta: il racconto di un’epoca storica in cui la città visse, nella mente di Leonardo Sciascia allora studente al locale Magistrale, un’iperbole dominata dalla passione delle idee e dall’arte della conversazione di numerosi intellettuali.
“Piccola Atene, appunti di viaggio su una città perduta” è uno spettacolo multi-mediale per personaggi, storie, musiche e canzoni, fatti e magie, dedicato a Caltanissetta, di e con Antonello Capodici e con Giorgio Villa e Totò Cannistraci, Giovanna Di Mauro, Sergio Di Biasi e Silvia Capra, basato su testi di Leonardo Sciascia, Vitaliano Brancati, Stefano Vilardo, Pier Maria Rosso di Secondo, Walter Guttadauria. I musicisti sono Eugenio Cardillo pianoforte, Ernesto Cerrito batteria, Mario Ferrara chitarra, Laura Gallo violino, Alessandro Vassallo contrabbasso, Donatella Danna e Elisa Scalzo alle voci. Cerrito firma anche la direzione musicale mentre video e montaggio sono di Roberto Gallà. Lo stesso Capodici firma impianto scenico e luci.
Due le repliche dello spettacolo, alle ore 11, matinée riservato alle scuole, grazie al sostegno dell’Assessorato alla Cultura e alla Scuola del Comune di Caltanissetta che vuole incentivare il rapporto tra i più giovani e il teatro, e alle ore 21 per tutti, con un ingresso di € 10. “Piccola Atene” è un concerto di brani famosi, coevi di quella stagione storica, ma non necessariamente legati ad essa. Anzi, per la maggior parte lontani, ma in qualche maniera impastati, abbracciati in un grande e più vasto disegno dell’immaginario collettivo. I brani musicali rappresentano una miscela di musica colta e canzonette popolari, le une che si trasformano nell’altra e viceversa: “Youkali Tango”, “September Song”, “Maria Galante”, “Mc Knife Ballad” di Kurt Weill insieme a Wanda Osiris, il Trio Lescano, il maestro Petralia; Edith Piaf insieme a Jaques Brel e “Faccetta Nera”.
Stessa cosa per i brani recitati (letti o drammatizzati) dagli attori. Un racconto fatto di micro storie e grandi fatti di portata mondiale: il gradimento del fascismo, la nascita dell’impero, la catastrofe della guerra, il dolore e la fatica della ricostruzione, la trasformazione degli anni Cinquanta. Le voci dei grandi mescolate alle piccole opinioni degli invisibili, degli scomparsi nell’oceano della storia. In questo senso, “Piccola Atene” è l’ideale sviluppo del lavoro che Capodici ha compiuto nel 2021 con “Le vie della Passione”, progetto ideato dall’Amministrazione comunale di Caltanissetta – Assessorato alla cultura per celebrare, attraverso la Pasqua, la vita culturale della città, attraverso una sua personale antologia di Spoon River.
«La definizione di piccola Atene è – ovviamente – quella di Sciascia, nella celebre intervista a Marcelle Padovani del 1979 – commenta Capodici -, che sunteggia non una condizione “reale” della città, ma piuttosto un luogo della mente, un’invenzione alla Borges. Invenzione nella quale si innestano due illusioni: quella privata di Sciascia (il quale farà dire ad uno dei suoi personaggi più celebri e meglio riusciti che “solo le cose della fantasia sono belle, ed è fantasia anche il ricordo”) e quella – successiva – di una intera collettività. Caltanissetta, “lontana e sola”, vive sia il sollievo del cenacolo di intellettuali che segnano Sciascia, sia il distacco surreale da esso, quella sorta d’albagia tanto detestata da Brancati, in fondo, per le medesime ragioni. C’è una soluzione evidente di continuità fra quella città e questa di oggi. Come è potuto accadere? Quando è accaduto? Lo spettacolo non risponde – evidentemente – né a questa né ad alcuna altra domanda, com’è nella natura stessa di un accadimento teatrale, ma cerca di evocare semmai quel sogno, quell’inganno della memoria che si colora di fantasia».
Il luogo dello spettacolo è un grande magazzino della memoria, idealmente potrebbe essere il retro della libreria di Salvatore Sciascia, che – di Leonardo Sciascia e degli altri – fu l’isola felice. «Ma visto e raccontato dalla parte della sua scomparsa, della fine del suo ciclo – prosegue Capodici -. Forse proprio il giorno della sua chiusura (in realtà avvenuta in questo secolo) ma della sua chiusura ideale, intima, di abiura del suo slancio iniziale. Sulle pareti del non-luogo intanto scorrono i luoghi, le strade, le case, i negozi di Caltanissetta, povera e marginale, degli zolfi e del proletariato – appunto – brechtiano, che fanno da fondale alla vicenda (forse vera, forse sognata) della Petit Athen».
“Piccola Atene” è uno spettacolo monstre che associa la bravura dei musicisti alla dimensione poeticamente particolare di Antonello Capodici (oggi nel pieno della sua maturità teatrale, come racconta il successo nazionale di “Uno, nessuno e centomila”), la testimonianza di Giorgio Villa (un autentico pioniere della scena teatrale nissena) e del resto della Compagnia alle immagini di repertorio rintracciate presso i collezionisti. Il regista: «Un evento destinato a rimanere come un punto di riassunto e riflessione, nel dibattito – attuale – sulla natura ed il destino della nostra città».
Informazioni al numero 3491597197. Biglietto serale: € 10.