Pubblicato il: 09/02/2023 alle 08:21
Il bilancio ufficiale dei morti nel terremoto che il 6 febbraio ha colpito la Turchia e la Siria ha sorpassato i 16.000, secondo fonti ufficiali e mediche, mentre continua il lavoro dei soccorritori in un freddo glaciale. Sono almeno 62.914 le persone rimaste ferite in Turchia a casa dei terremoti che hanno scosso il sud del Paese: lo rende noto l'agenzia per le emergenze e i disastri di Ankara (Afad), come riporta la tv di Stato Trt. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan fa mea culpa sulla macchina dei soccorsi dopo che si erano levate critiche sulla lentezza nel raggiungere alcune delle aree colpite.
"Inizialmente ci sono stati problemi negli aeroporti e sulle strade, ma oggi le cose stanno diventando più facili e domani sarà ancora più facile", ha affermato Erdogan come riportano i media internazionali. "Abbiamo mobilitato tutte le nostre risorse – ha aggiunto mentre è in visita nei luoghi colpiti dal sisma -. Lo Stato sta facendo il suo lavoro". Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha parlato con il Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, così come avvenuto due giorni fa, informandosi delle iniziative di solidarietà che l'Italia sta mettendo in campo per i soccorsi e gli aiuti nei confronti delle popolazioni turca e siriana vittime del gravissimo terremoto che le ha colpite.
Più di 298.000 persone sono state costrette a lasciare le loro case a causa del terremoto: lo hanno riferito i media statali siriani. Il numero, riporta il Guardian, sembra essere un riferimento solo alle parti della Siria sotto il controllo del governo, non a quelle controllate da altre fazioni nel nord-ovest del Paese, che è più vicino all'epicentro del terremoto di lunedì. Bare di metallo verde sono allineate 10 alla volta sotto una tettoia nel cimitero principale di Gaziantep, in Turchia, in attesa che un imam le benedica prima di una frettolosa sepoltura. Mentre i soccorritori sono al lavoro nella speranza di trovare ancora persone vive, il cimitero di Yesilkent trabocca di parenti in lutto giunti da tutta la regione nella città vicina all'epicentro del sisma. Il numero di vittime da seppellire è così alto che il sindaco di Gaziantep, Fatma Sahin, ha lanciato un appello affinché più predicatori musulmani si facciano avanti per aiutare con i funerali nei cimiteri.
La situazione "è drammatica" e "le richieste di aiuto tantissime: siamo costretti a scegliere chi salvare sulla base di dati oggettivi". Lo racconta all'ANSA Samuele Pacchi, infermiere toscano partito per portare soccorso in Turchia dopo il sisma ed operativo nella città di Hatay. "Sono scene disperate: le persone si inginocchiano, piangono e ci implorano di intervenire. Diventa davvero difficile dire di no, ma purtroppo – afferma – siamo costretti a dover fare una scelta e dobbiamo per forza concentrarci di più sui dati oggettivi, come le voci da sotto le macerie oppure se uno dei nostri cani dei vigili del fuoco sente una scia".
Un bambino di 12 anni è stato estratto vivo e portato via in barella dalle macerie di uno dei tanti palazzi distrutti dal terremoto a Nurdaği, vicino Gaziantep in Turchia. Il salvataggio è stato ripreso in diretta da Rai News 24. La liberazione di Khadir – questo il nome del bambino – è durata 2 ore. Il bambino è stato protetto dal corpo della madre, grazie al quale i soccorritori sono riusciti ad aprire un varco e a salvarlo dopo circa 62 ore sotto le macerie. Un altro bambino, di 8 anni, è stato salvato dalle macerie di un edificio crollato ad Hatay, sempre in Turchia, dopo circa 52 ore. Tra le macerie del palazzo potrebbero esserci decine di persone – è stato riferito durante la diretta – e non è chiaro se siano sentite altre voci dalle macerie.
"Sotto la macerie di due diversi palazzi abbiamo recepito le voci di due persone, che sono state in grado di rispondere: un ragazzo di 16 anni che si trova in un sottoscala ed una donna di 65 anni all'interno di una abitazione. Adesso il nostro team è al lavoro per cercare di estrarli dalle macerie. Al momento, abbiamo sentito la loro voce". Lo afferma all'ANSA Samuele Pacchi uno degli infermieri italiani partiti per portare soccorsi dopo il sisma in Turchia, che sta operando nella città di Hatay. Nelle zone devastate dal terremoto e colpite dal gelo avvengono ancora salvataggi che sanno di miracolo e in molti casi riguardano bambini: una bimba di 18 mesi è stata estratta viva dalle macerie dopo più di 56 ore dal sisma nella provincia di Kahramanmaras, nel sud della Turchia. Una bambina di circa 8 anni è stata salvata dopo essere rimasta intrappolata per 40 ore a Salqin, in Siria. Ad Hatay, in Turchia, un bambino di otto anni è stato salvato dalle macerie dopo circa 52 ore.
Le squadre Usar dei Vigili del Fuoco italiani hanno estratto vivo ad Antiochia un secondo ragazzo: il giovane si trovava sotto le macerie di un palazzo di sette piani dove da questa mattina stavano operando i team. Non c'è stato invece nulla da fare per una bambina: i vigili del fuoco hanno estratto il corpo privo di vita e lo hanno consegnato alle autorità turche. E' stato estratto vivo il ragazzo di 23 anni rimasto sepolto sotto le macerie di un palazzo crollato ad Antiochia. Lo apprende l'ANSA dai medici italiani sul posto. Ci sono volute 9 ore di lavoro per estrarre dalle macerie il ragazzo di 23 anni, a quanto fanno sapere i vigili del fuoco, che sono intervenuti. Il giovane stava sotto 3 solai, con una gamba incastrata sotto un termosifone. A tirarlo fuori sono stati i team Usar (Urban search and rescue, specializzati proprio in questa attività) di Toscana e Lazio e durante le 9 ore di lavoro ci sono state diverse scosse di assestamento che hanno reso ancora più complicato l'intervento. (ANSA)