Pubblicato il: 07/06/2024 alle 10:01
(Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia) Torna un uomo libero. Lui, nisseno accusato di avere costretto il suo padrone di casa, a Cogne, a trasformarsi in schiavo del sesso, ha lasciato ieri mattina il carcere. Ma si trascina dietro un grande dolore. Sì, perché la moglie sessantaquattrenne, arrestata insieme a lui per la stessa cupa vicenda a fine marzo scorso, qualche giorno addietro, nella casa circondariale «Lorusso e Cutugno» di Torino dov’era rinchiusa, ha deciso di farla finita. Non avrebbe retto alla pressione. Epilogo luttuoso che, peraltro, ha mosso il legale della coppia, l’avvocato Massimiliano Bellini, a centrare il focus sullo spinoso e delicato tema legato alla carcerazione preventiva. Già il gip aveva negato alla donna di lasciare la cella.
E, intanto, nelle scorse ore il marito, un cinquantasettenne pure lui nisseno, è stato scarcerato. Il «Riesame» di Torino ha accolto il ricorso del difensore e ha rimodulato la misura cautelare concedendogli la libertà, ma con obbligo di dimora nella sua città, il capoluogo nisseno. La difesa, infatti, ha impugnato l’ordinanza del gip di Aosta che aveva in precedenza rigettato la richiesta di scarcerazione.
Marito e moglie sono finiti in cella a fine marzo scorso per una vicenda – per l’accusa- fatta di ricatti e abusi. Il malcapitato, un sessantacinquenne di Cogne, dal quale la coppia aveva preso in affitto un appartamento, alla fine – secondo la ricostruzione degli inquirenti – sarebbe stato totalmente soggiogato.
Sì, perché quel rapporto, inizialmente di amicizia, si sarebbe trasformato in un incubo. Fino a quando marito e moglie lo avrebbero costretto a subire sesso. Lui lo avrebbe violentato e la moglie avrebbe assistito. Mentre lo avrebbero pure deriso e ricattato di diffondere quei video che lo ritraevano durante gli abusi.
Almeno per dieci volte, a partire dall’agosto dello scorso anno, la vittima sarebbe stata costretta a subire violenze sessuali delle più brutali. Da rabbrividire, nella ricostruzione della vicenda, i contenuti dell’ordinanza a carico della coppia.
Un inferno che sarebbe andato avanti per mesi. Fino a quando, dopo averlo pure confessato alla moglie, ha deciso di presentarsi in caserma per denunciare ai carabinieri quell’incubo che avrebbe a lungo vissuto. Le indagini dei militari hanno fatto il resto e, a fine marzo, sono scattate le due ordinanze di custodia cautelare per violenza sessuale, ma con un’indagine anche per l’ipotesi di riduzione in schiavitù.
Fin qui, l’accusa. Sì, perché il teorema difensivo, prospettato già al momento dell’interrogatorio di garanzia da parte di marito e moglie, ha poi tracciato uno scenario totalmente in antitesi con quello accusatorio. Già, la difesa lo ha inquadrato come un rapporto consenziente. Ambiguo sì, ma che lui, il presunto abusato, avrebbe voluto, cercato e incoraggiato.
storia raccapricciante..che schifo