Pubblicato il: 05/01/2025 alle 19:05
Ho letto con attenzione le dichiarazioni di fine anno del Presidente della Regione e constato con piacere che vi è un sensibile miglioramento dell'economia della nostra isola, dovuta principalmente alla promozione di una serie di politiche incentivanti per le attività produttive.
Mi preme fare notare, però, che il miglioramento non riguarda in maniera omogenea tutta la Sicilia.
La nostra regione, infatti, procede a due velocità. Ne sono locomotiva la parte occidentale, attorno alle città di Palermo e di Trapani, e la parte orientale con l'asse Messina, Catania, Siracusa e Ragusa.
In uno stato totalmente differente, di depressione economica, versano le province di Enna, Agrigento e, soprattutto, quella di Caltanissetta.
La nostra provincia,ed in particolare la zona nord che corrisponde con una parte dell'area interna dell'Isola, attraversa una fase della sua storia molto difficile.
La desertificazione demografica è la causa e l'effetto di una depressione socio-economica senza precedenti che dà sempre meno prospettiva alle nostre comunità.
Per fare l’esempio più emblematico: il Comune di Bompensiere, che oramai conta poco più di quattrocento abitanti, tra vent’anni sarà ridotto ad una borgata e diversi altri comuni del c.d. Vallone, che sono poco più grandi, avranno lo stesso destino.
Caltanissetta, dal canto suo, da centro attrattivo per il settore secondario e terziario sino agli anni Novanta, è diventata gradualmente una città nei confronti della quale oggi non si nutre più alcun interesse, né di carattere commerciale né come centro erogatore di servizi.
In sintesi, Caltanissetta e tutta l'area nord della provincia hanno perso quella competitività necessaria per stare al passo con i tempi della globalizzazione o, molto più semplicemente, per stare al passo con l'area occidentale e con quella orientale della Sicilia.
Diversi sono i fattori che determinano questo stato di cose e che non a caso pongono Caltanissetta e la sua provincia nelle posizioni più basse delle graduatorie nazionali.
In primis, la mancanza di opportunità di lavoro, dipendente – a mio parere – principalmente, dalla desertificazione industriale: mancano nel nostro territorio le attività produttive, soprattutto di carattere industriale, grandi generatrici di valore aggiunto e di lavoro.
Vi è poi un grave deficit infrastrutturale.
Le strade provinciali seguono ancora parte dei tracciati tortuosi risalenti agli anni Trenta e la larghezza delle loro carreggiate in alcuni punti è la stessa di quella di cento anni fa.
A ciò aggiungasi che la divaricazione di diversi chilometri tra il nuovo tracciato della SS640 e la città capoluogo sta già provocando dei danni, soprattutto al commercio, che ancora non vengono adeguatamente percepiti.
Da non trascurare è l'ultima vicenda della crisi idrica che, avendo avuto un'eco mediatica mondiale, rappresenta una stigmate che il territorio si porterà per anni in termini di disincentivo ad ogni iniziativa imprenditoriale.
Alla luce delle superiori considerazioni, l'unico vero grande obbiettivo per la nostra classe dirigente è intraprendere tutte quelle iniziative per rendere competitivo il nostro territorio.
Non è dato ad oggi comprendere quale sia la visione futura di Città dell'attuale Amministrazione che ,ad oggi, si è limitata ad una, seppur soddisfacente, gestione dell'ordinaio.
Da parte sua, la deputazione, soprattutto regionale, tenuto conto che quella nazionale è lontana dal territorio, è dedita alla soluzione di questioni di piccolo cabotaggio.
Lo dimostra il bilancio regionale approvato alcune settimane fa che per la nostra provincia prevede l'elargizione di contributi mirati per la realizzazione di piccole infrastrutture, per asfaltare qualche strada, per la ristrutturazione di alcune chiese o per l'acquisto di qualche arredo sacro. Sostegni economici che avranno una loro piccola utilità, ma che non rappresentano la soluzione alle gravi problematiche che attanagliano il nostro territorio.
Anche l'annunciata istituzione dell'Unità di Terapia Intensiva Neonatale presso l'ospedale Sant'Elia è un' iniziativa certamente meritoria perché andrebbe a colmare una lacuna del nostro servizio sanitario locale, ma poco o niente significherá in termini di sviluppo economico per il territorio.
A Reggio Calabria, grazie alla sinergica collaborazione tra Comune, Regione e Governo nazionale, sfruttando la formidabile linea di finanziamenti rientranti nel c.d. “Piano Mattei”, sta nascendo il Campus universitario del Mediterraneo che caratterizzerà quella città, rendendo la sua area di riferimento fortemente competitiva ed attrattiva nel contesto nazionale ed internazionale.
Sto parlando di un'iniziativa politica che somiglia molto al percorso iniziato oramai un ventennio fa ad Enna e che oggi sta dando i suoi importanti frutti.
Mi aspetto che nella nostra realtà si promuova un' iniziativa cotanto ambiziosa, l'unica in grado di dare la vera svolta che la provincia di Caltanissetta chiede.
Orgoglio Nisseno, movimento dall'approccio moderato ma pragmatico, è sui temi che vuole fondare la sua ragion d'essere ed è su questi che, in un'ottica di opposizione costruttiva all'attuale Amministrazione comunale, vuole dare il suo contributo per alimentare il dibattito pubblico, vero assente nella scena politica nissena.
Salvatore Licata, Orgoglio Nisseno
semplice un fari nenti