Pubblicato il: 25/04/2020 alle 09:49
Un eroe quasi sconosciuto ma la cui figura, esempio di onestà e spirito di sacrificio, oggi più che mai andrebbe ricordata. Salvatore Amoribello, sancataldese, fu tra coloro che combatterono per la Liberazione d'Italia. A raccontarci questa figura storica e da esempio per le nuove generazioni è il nipote Vincenzo Amico che ha preparato una biografia.
"Salvatore Amoribello detto Totò, nasce a San Cataldo (CL) il 29 settembre 1922 da Salvatore e Grazia Calà.
Qualche mese prima della sua nascita il padre muore a causa di una brutta malattia e la madre decide di chiamarlo con lo stesso nome del marito.
Ultimo di tre figli: Cataldo, Serafina e Salvatore, la madre è costretta a lavorare duramente per sfamare i propri figli riuscendo però a farli cresce in un ambiente umile e semplice e infondendo in loro i valori di onestà, servizio per gli altri e spirito di sacrificio.
Così tra il 1939/40 Salvatore si arruola volontario nell'Esercito Italiano e viene inviato di servizio in Africa Settentrionale; rientrato in Italia frequenta la scuola “Specialisti Regia Aeronautica” a Vibo Valentia e l'11 febbraio 1942 si specializza come Aviere-Armiere, classificandosi 30° su 275 partecipanti.
Dopo la scuola viene assegnato a diverse basi militari, svolgendo servizi piuttosto delicati e viene abilitato anche al volo, effettuando diverse ricognizioni aeree e partecipando a numerose operazione di guerra.
Dopo l'armistizio avvenuto l'8 settembre 1943, partecipa attivamente alla Resistenza e combatte da volontario al fianco dei partigiani per la liberazione dell'Italia dall'oppressione nazista.
Il 25 aprile 1945, giorno della Liberazione, Salvatore si trova a Milano, impegnato nei combattimenti.
Successivamente rientra a San Cataldo per un breve periodo e il 01 giugno 1946 viene preso in forza presso la Base Aeronautica Militare di Lonate-Pozzolo di Gallarate (VA), con il grado di Aviere Scelto.
Il 26 aprile 1947, alle ore 11,30 circa, Salvatore muore a seguito di un'esplosione mentre con altri militari, stava trasportando ordigni bellici inesplosi, per mettere in sicurezza i territori di guerra.
Il 05 maggio 1947, per decreto dell'Aeronautica Militare, il suo nome viene inserito nel LIBRO D'ORO dei suoi caduti.
Negli anni '50 gli fu dedicata una strada (traversa Via Regina Elena) a San Cataldo, suo comune di nascita.
Salvatore Amoribello riposa nel cimitero di San Cataldo e il suo nome compare sulla lapide nella Cappella eretta in memoria dei caduti in guerra dello stesso cimitero.
Gli unici parenti rimasti in vita sono i suoi nipoti: Virga Anna, Grazia e Silvana figlie della sorella Serafina che vivono a San Cataldo e Amoribello Grazia e Salvatore figli del fratello Cataldo, che vivono a Palermo, con relativi pronipoti.
Fulgido esempio di elette virtù civiche e spirito di servizio spinto fino all'estremo sacrificio.
Chiaro esempio di elette virtù militari ed altissimo senso del dovere – 26 APRILE 1947.
Un eroe dimenticato ma che è giusto ricordare in occasione della festa della liberazione".