Sgominata un’organizzazione per lo smercio della droga sull'asse Caltanissetta-Palermo. Ventuno gli indagati nel corso dell’operazione “Tabernae”, eseguita dai finanzieri nisseni del Gruppo operativo antidroga del Nucleo di polizia tributaria. Tra i reati contestati associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. In azione 70 militari che hanno proceduto dall’alba a perquisizioni con l’ausilio di sei unita’ cinofile giunte dai reparti di Palermo, Catania e Agrigento. La banda si riforniva prevalentemente nel capoluogo siciliano e piazzava hashish e marijuana in città.
I destinatari degli avvisi di garanzia sono Massimo Joseph D’Alberti, 35 anni, Michela D’Alberti 23 anni, Giuseppe Foglietto, Calogero Tramontana 24 anni, Michele Pio Rizza21 anni, Maurizio Fabio Buscemi 30 anni, Marcello Infantino 24 anni, Angelo Sferrazza 23 anni, Alessandro Miliziano 27 anni, Andrea Palmeri 21 anni, Alessandro Scarlata 29 anni, Carmelo Russello 29 anni, Francesco Fiandaca 27 anni, Debora Rosaria Delia 25 anni, Salvatore Samparisi 25 anni, Marco Mancuso 22 anni, Salvatore Riccobene 20 anni, Cristofer Riggio 23 anni, Fortunato Renato Abbate 27 anni, Giovanni Vinciguerra 28 anni e Giuseppe Volpe 47 anni.
Le indagini partite nel 2012 hanno consentito di accertare l’esistenza di una fitta rete di spaccio, attiva soprattutto nei circoli ricreativi adibiti al gioco o nelle putìe del centro storico di Caltanissetta, da qui ha preso il nome dell’operazione. Luoghi indicati dagli indagati col termine dialettale di “putia”, bottega. Durante le indagini, le Fiamme Gialle hanno arrestato in questi anni cinque presunti pusher e sequestrato due auto oltre a ingenti quantitativi di droga per un totale di oltre un chilo tra hashish e marijuana. Lo stupefacente, secondo quanto accertato, veniva acquistato sul mercato di Palermo e in una circostanza e’ stato bloccato e arrestato un corriere, come il palermitano Salvatore Puntarolo che fu fermato mentre consegnava una partita di droga a Massimo D'Alberti sotto la sua abitazione. Nell'inchiesta sono finiti anche alcuni minorenni nisseni, le cui posizioni sono al vaglio della Procura minorile.