Pubblicato il: 21/09/2020 alle 07:48
Claudio Baima Poma, un operaio di Rivara Canavese di 47 anni, ha sparato e ucciso il figlio di 11 anni con una pistola detenuta illegalmente. Poi si è suicidato con la stessa arma. L’omicidio-suicidio è avvenuto nella notte tra domenica e lunedì 21 settembre in via Beltramo 3, a Rivara. Nel piccolo centro dell’alto Canavese sono arrivati i medici e gli infermieri del 118 e i carabinieri della Compagnia di Venaria. Ma non c’è stato nulla da tentare.
La depressione e il post su Facebook
L’uomo soffriva di crisi depressive ed era separato. Prima di impugnare la pistola Baima Poma, operaio in un’azienda meccanica della zona, ha scritto un lungo post su Facebook dove spiega nei dettagli cosa lo avrebbe spinto al gesto definitivo. Tutto alle 3,29. Una lunga lettera disperata rivolta alla sua ex compagna e ai suoi amici. Dove ripercorre gli ultimi anni della sua vita, della crisi e la separazione con la compagna, dell’amore per l’unico figlio fino alla malattia. «Tutto bellissimo – si legge – fino a quando ho iniziato ad avere problemi di schiena e di conseguenza un danno permanente alla gamba. Esattamente una settimana prima di avere questo problema mi avevi chiesto di sposarti, ma poi hai iniziato ad allontanarti piano piano». Poi, le parole più tremende: «Noi partiamo per un lungo viaggio, dove nessuno ci potrà dividere, lontano da tutto, lontano dalla sofferenza…». Le accuse
Segue una serie di accuse di essere insensibile rivolte alla sua ex altre parole che non lasciano spazio a nessuna speranza. Sempre rivolte a Iris la ex: «Potrai separare i nostri corpi ma non le nostre anime. Perché saranno sempre l’una accanto all’altra. Buona fortuna Iris e, se nel tuo cammino incontrerai una persona depressa aiutala. Potresti salvarle la vita e forse anche quella di qualcun altro. Ti auguro di vivere 100 anni». Alla fine l’ultimo desiderio per gli amici bikers, visto che la moto era la grande passione di Baima Poma: «Accompagnateci con le Harley, vogliamo sentire il rombo dei motori e ricordatevi di noi ogni volta che andrete in moto. Andrea e il suo papà per sempre insieme».