Pubblicato il: 24/04/2021 alle 21:04
La sicurezza non è di casa nelle scuole siciliane e il problema è amplificato oggi che bisogna fare i conti anche con l’emergenza sanitaria e garantire che gli studenti e il personale scolastico non corrano rischi. Se n‘è discusso nel corso del primo appuntamento dei “Laboratori studenteschi”, una campagna itinerante sui problemi della scuola organizzata dalla Rete degli studenti medi e dalla Cgil Sicilia. Tema di oggi l’edilizia scolastica, ma in epoca di Dad e di indicazioni di ripresa della didattica in presenza, la carenza di spazi scuola e di aggregazione, di laboratori , di strumenti digitali, diventa problema più pressante.
Ancora oggi il 70% delle scuole siciliane non ha certificato di agibilità, dicono i dati emersi dal dibattito, e la certificazione di adeguamento alle norme antismiche riguarda solo 488 edifici scolastici su 4.173. Inoltre solo il 25% è stato progettato seguendo le norme antisismiche mentre per il 9% delle scuole è ancora presente il problema dell’amianto. “ I locali realmente sfruttabili, nell’attuale situazione di precarietà – ha detto Giuseppe Barresi, coordinatore regionale della Rete degli studenti medi- sono pochi. Mentre è sempre presente il problema delle classi pollaio”.
Esempio che la Rete degli studenti medi porta è quello di Caltanissetta, dove sia il liceo classico che lo scientifico hanno classi con più di 30 persone, ambienti i cui la distanza minima di un metro è di fatto cosa impossibile. Proprio per chiedere condizioni di sicurezza gli studenti medi di Caltanissetta hanno protestato oggi disertando le Aule e tenendo una manifestazione. “A Caltanissetta, peraltro – ha affermato Barresi – c’è molto pendolarismo tra gli studenti, cosa che pone anche il problema dell’inadeguatezza dei trasporti”. “Se guardiamo al problema nel suo complesso- ha detto Ignazio Giudice, segretario organizzativo della Cgil- vediamo che le criticità sono sempre le infrastrutture inadeguate a cui aggiungo i tempi della giustizia. In entrambi i casi siamo messi proprio male e questo fa da deterrente per le imprese che vogliano investire qui, limitando le opportunità di crescita e di nuova occupazione”.
Una rigenerazione urbana “che parta proprio dagli edifici scolastici- ha aggiunto Giovanni Pistorio, segretario della Fillea Cgi Sicila- oltre a garantire un ripensamento degli spazi, un adeguamento sotto il profilo sismico e del risparmio energetico, unito al rafforzamento delle infrastrutture della mobilità, garantirebbe il benessere e la sicurezza della popolazione scolastica ma anche lavoro nel settore dell’edilizia”. Nel corso dell’assemblea in streaming si è discusso anche dei problemi legati alla digitalizzazione. Per fare fronte all’emergenza sono stati stanziati dalla regione 63 milioni, ricorda un documento della Rete degli studenti, provenienti dal fondo Pac- Salvaguadia 2007/2013 “che potevano certamente essere utilizzate prima, considerando il profondo divario digitale che esiste tra le famiglie”.
Per la Rete degli studenti medi “oggi il rinnovamento degli spazi didattici e di aggregazione è indispensabile per aumentare l’offerta formativa, l’accesso paritario a internet e ai contenuti multimediali e per garantire spazi per la socializzazione, il confronto e l’ampliamento delle conoscenze”. La Rete degli studenti medi su questi temi sollecita un incontro all’assessore regionale all’istruzione Lagalla. E chiede che, in questo momento di pandemia, siano i sindaci a valutare che ci siano le condizioni per tenere le scuole aperte. “ Nei prossimi incontri – dice Gabriella Messina, della segreteria della Cgil Sicilia- affronteremo dettagliatamente con gli studenti i temi dei trasporti, della continuità territoriale e della didattica. Il sindacato con questi incontri vuole cogliere le esigenze degli studenti e le loro rivendicazioni incrociandole con quelle del mondo del lavoro per giungere a una proposta complessiva di crescita della nostra regione”