Pubblicato il: 28/06/2018 alle 12:01
Per la procura il caso, legato alla morte di un giovanissimo travolto da un’auto, da tempo è già finito nel dimenticatoio. Già messo in soffitta anche dal gip che, un anno e mezzo fa, ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dal pm. Ma adesso l’esito è stato totalmente ribaltato. Perché la tenacia e la caparbietà del legale della famiglia della vittima, attraverso instancabili indagini difensive, non solo hanno fatto riaprire il dossier ma, alla fine, hanno pure fatto scattare il giudizio per colui che è ritenuto l’investitore. E questo coinvolgimento dell’indagato è stato un aspetto non messo in discussione, ma che in precedenza è passato per precise valutazioni da parte dell’accusa che poi ha ritenuto non vi fossero colpe.
La clamorosa svolta è arrivata adesso nell’inchiesta – la stessa che nel dicembre di due anni è andata in archivio – a carico del ventiduenne Kevin Lombardo (assistito dall'avvocato Cristian Morgana). Sarà processato per rispondere di omicidio stradale. E nella prima fase era stato indagato pure per omissione di soccorso. Ipotesi, quest’ultima, che era caduta ancor prima dell’altra.
Ma alla luce dei nuovi sviluppi, dopo la pausa estiva sarà alla sbarra per rispondere della morte di un ragazzo straniero che avrebbe travolto e ucciso. Senza neanche rendersene conto, secondo la sua versione. Tanto da andare via dalla zona dell’incidente. Solo poco dopo, quando qualcuno gli ha fatto notare che la sua auto presentava un’ammaccatura, è tornato indietro e ha trovato una persona esanime sull'asfalto.
Quel ragazzo investito, poi morto dopo venti giorni di agonia in ospedale, è il pakistano Mohamed Rafiq Towffeq. I suoi familiari non si sono arresi dopo l’archiviazione dell’inchiesta. Si sono affidati all’avvocatessa Giamporcaro che poi ha chiesto e ottenuto che le indagini fossero riaperte.
I nuovi elementi di prova che sono stati raccolti attraverso lunghe e laboriose indagini difensive, alla fine hanno indotto gli stessi magistrati a tornare sui loro passi. Fino a chiedere che quel giovane automobilista, in precedenza uscito indenne dalla prima indagine, al contrario fosse invece processato. E così è stato. Per lui è arrivata la citazione in giudizio per l’ipotesi di omicidio stradale.
Quello che si sarebbe consumato partendo da quel maledetto incidente avvenuto la notte del 10 aprile di tre anni fa. È stato allora, verso le quattro e mezzo del mattino, che il pakistano è stato investito da un’auto in contrada Bulgarella. Alla guida del mezzo vi sarebbe stato Lombardo che non si sarebbe accorto di nulla. Solo quando è arrivato al mercato ortofrutticolo di contrada Bloj gli è stata fatta notare una vistosa botta alla sua auto. E tornato indietro, ripercorrendo la stessa strada coperta poco prima e ha trovato un ragazzo per terra. In breve sono arrivati polizia e un’ambulanza. Il ferito è stato soccorso e poi sottoposto a un delicato intervento chirurgico, ma venti giorni dopo il suo cuore s’è fermato per sempre.
Lombardo, la stessa mattina, si è presentato in questura con il padre spiegando la sua versione. Raccontando di aver viaggiato sotto i 50 chilometri orari e di non avere visto, nel buio della notte, quel ragazzo che camminava a piedi e che, peraltro, sarebbe stato pure tutto vestito di scuro. Aggiungendo di avere sentito solo un colpo e nulla più. E se allora anche la procura ha ritenuto che quell’incidente era maturato in circostanze fortuite, ora le indagini difensive avrebbero svelato altro. (Vincenzo Falci)