La CNA di Caltanissetta – Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa, e la Cna – Unione Costruzioni della Sicilia – tornano nuovamente a evidenziare le preoccupazioni rispetto alle riforma del “Nuovo Codice degli Appalti”.
“In particolare vengono evidenziate alcune criticità, ancora presenti, nel decreto legislativo 50 del 18 aprile 2016, e al contempo promosse soluzioni alternative valide, anche in funzione alle Linee guida che l'Anac si appresta a pubblicare e alla “carrellata” di Decreti attuativi Ministeriali ancora da emanare – spiegano i dirigenti della Cna nissena -. Se, infatti, è condiviso l’impianto generale che recepisce le Direttive Europee, è innegabile che occorre, nel nostro Paese, declinare la normativa tenendo conto delle problematiche congiunturali che attraversa attualmente l'impresa artigiana e la micro impresa: le ancora presenti difficoltà di accesso al credito, il difficile rapporto con il Fisco e la Pubblica Amministrazione caratterizzati da un modello eccessivamente burocratico, la stentata ripresa del mercato interno e il dilagante abusivismo, sono condizioni da cui non si può prescindere nel disegnare una riforma dell’intero settore”.
Secondo la Cna Caltanissetta e l'Unione Costruzioni della Sicilia “occorre vi siano immediate correzioni da apportare con le Linee Guida dell'Anac, affinché l'impresa artigiana, la micro e la piccola impresa possano continuare a operare sul mercato delle costruzioni pubbliche senza dover sottostare ad un sistema disequilibrato. Riteniamo che sia “quantomeno” necessario affrontare e superare alcune criticità riguardanti accesso al mercato delle opere pubbliche (definizione di operatori economici), qualificazione degli esecutori di lavori pubblici (sistema unico di qualificazione), partecipazione alle gare con procedura ordinarie e negoziata (contratti sotto soglia), aggiudicazione e relativa verifica di congruità (criterio – limite importo dei lavori e offerte anormalmente basse)”.
“Nei prossimi giorni la Cna incontrerà i propri associati del settore Costruzioni per concordare una linea comune da seguire al fine di far sentire forte la voce del dissenso rispetto a quanto si va prefigurando con la riforma”.