Pubblicato il: 06/11/2014 alle 11:06
Il mare di fronte la città di Gela ha restituito alla città il più antico delitto ritrovato nel territorio. Si tratta di un “rinvenimento di grande interesse scientifico poiché, avendo valutato il contesto ed i materiali, si può ipotizzare la presenza di un relitto databile alla prima metà del VI secolo a.C.” ha spiegato il soprintendente del Mare Sebastiano Tusa. I dettagli sul ritrovamento e le caratteristiche tecniche del relitto saranno illustrate sabato 8 novembre 2014 alle ore 10,30 presso la sala conferenze del Museo Archeologico regionale di Gela. La Soprintendenza del Mare, grazie alla segnalazione ed all’intervento del subacqueo gelese Franco Cassarino, con il coordinamento di Stefano Zangara della suddetta Soprintendenza, ha recuperato importanti reperti archeologici subacquei nelle acque antistanti la contrada Bulala, già nota nelle cronache archeologiche per una ricca serie di rinvenimenti. In particolare sono stati recuperati un’anforetta, una brocca, una kylix a vernice nera d’importazione dall’Attica ed un vaso detto cothon d’importazione corinzia. I reperti giacevano a circa m 4 di profondità nei pressi di alcuni elementi lignei emergenti dalla sabbia pertinenti il relitto cui appartengono i reperti. Le operazioni si sono svolte con il patrocinio del Comune di Gela e del Museo Archeologico regionale di Gela e sono state rese possibili grazie alla collaborazione della Capitaneria di Porto e dei subacquei volontari locali. All’incontro di sabato saranno presenti il Soprintendente del Mare Sebastiano Tusa e il Direttore del Museo Archeologico Emanuele Turco.