Pubblicato il: 06/11/2014 alle 10:40
Regge al vaglio della Cassazione il processo sulla truffa all'Inps legata ai falsi braccianti. I giudici di Roma infatti hanno emesso il verdetto a carico di un commercialista di Caltanissetta e tre imprenditori finiti nel vortice dell'inchiesta avviata dalla Guardia di Finanza che nell’estate di sette anni fa ha fatto iscrivere 150 nomi nel registro degli indagati oltre a fare scattare l’emissione di tre provvedimenti cautelari disposti all'epoca proprio a carico di tre degli attuali quattro imputati. La seconda sezione della Suprema Corte oggi ha confermato la pena a 6 anni per il commercialista nisseno Giuseppe Bordonaro e per l’imprenditore Calogero Scarantino e i 4 anni ciascuno per Pietra Di Fazio e Giuseppe Farinella, anche loro imprenditori nel settore agricolo. Ai quattro imputati, in appello, sono stati contestati i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, emissione di false fatture, truffa e falsità in atti. Relativamente alle pene accessorie, in particolare all'interdizione dai pubblici uffici, la Cassazione ha annullato gli atti con rinvio per un nuovo esame. Di contro la difesa – rappresentata dagli avvocati Giacomo Vitello, Giuseppe Dacquì, Walter Tesauro, Ernesto Brivido e Maria Teresa Consaga – ha sollecitato l’accoglimento dei rispettivi motivi d’appello e, nel concreto, con la riforma della sentenza, l’assoluzione degli imputati. Secondo l'indagine svolta dalle Fiamme Gialle e dalla Procura di Caltanissetta, attraverso tre aziende agricole sarebbero stati fittiziamente assunti braccianti – che in realtà non avrebbero lavorato – così da consentire alle stesse imprese d’incassare contributi.Il giro di truffe, secondo una stima legata all’indagine, avrebbe abbondantemente superato la quota del milione di euro.