Pubblicato il: 27/01/2024 alle 08:23
Si è parlato di “Tumori cerebrali più frequenti: aspetti clinici, diagnostici e innovazioni tecnologiche” ieri pomeriggio, nella sala Geraci, dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Omceo) di Agrigento, presieduto da Santo Pitruzzella, nel corso di un seminario organizzato con l’obiettivo di far conoscere ai medici, soprattutto ai medici di Medicina generale, l’unità operativa complessa di Neurochirurgia dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta.
“I colleghi dell’unità operativa complessa di Neurochirurgia dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta – afferma Santo Pitruzzella – ci hanno sollecitato a trattare un argomento importante come i tumori cerebrali. Noi ne siamo ben felici perché l’aggiornamento, insieme con la passione, porta i medici ad andare avanti. Quello sui tumori cerebrali è un argomento che interessa tutti i medici e, più in particolare, i medici di Medicina generale, prima frontiera per i cittadini, perché è assolutamente essenziale diagnosticare il tumore cerebrale precocemente. Quest’oggi – prosegue il presidente Pitruzzella – abbiamo avuto il piacere di ospitare anche il presidente di Omceo di Caltanissetta, Giovanni D’Ippolito, per sancire la collaborazione esistente tra tutti gli Ordini della Sicilia e, in particolare, quella relativa alla macroarea centrale della Sicilia, quindi Agrigento, Caltanissetta ed Enna, e creare un rapporto di partecipazione che ci consenta di dare la migliore risposta ai nostri pazienti”.
Un interscambio di professionalità che unisce i nove Ordini siciliani e suggella la cooperazione tra gli Ordini di Agrigento, Caltanissetta ed Enna “affinché ci sia, soprattutto nell’area centrale della Sicilia, la possibilità di lavorare in modo interdisciplinare tra le varie categorie dei medici – spiega Giovanni D’Ippolito, presidente Omceo di Caltanissetta – Sui tumori cerebrali c’è molto da dire ma è essenziale che i medici del territorio sappiano che a pochi chilometri esiste un Reparto in grado di dare risposte ai pazienti, ai cittadini di questa provincia che malauguratamente dovessero trovare nel loro percorso di vita il tumore cerebrale. Ecco, il dottore Basile e i colleghi di Neurochirurgia hanno le capacità professionali e strumentali per affrontare questa gravissima patologia”.
E il primo passo per aggredire il tumore è proprio la “velocità della diagnosi che nella patologia tumorale cerebrale è essenziale – spiega Luigi Basile, direttore dell’unità operativa complessa di Neurochirurgia al Sant’Elia – Oggi abbiamo, grazie all’innovazione tecnologica, una serie di strumenti per individuare la presenza di una lesione, comprenderne le caratteristiche citologiche e quasi avere una diagnosi anche istologica della lesione che andremo a trattare chirurgicamente”. Anche per i tumori cerebrali, esiste una differenza tra benigno e maligno. “I tumori cerebrali possono essere benigni (meningiomi) e maligni (gliomi) – dettaglia Giovanni Cinquemani, dirigente medico in Neurochirurgia al Sant’Elia – I primi sono neoplasie che è possibile asportare e, nella maggior parte delle volte, garantiscono la guarigione. I gliomi, invece, sono tumori maligni e non è possibile assicurare una guarigione completa dopo l’asportazione del tumore. Questo evento formativo è importante per far vedere ai colleghi dell’Agrigentino quali progressi ha fatto la Neurochirurgia e, in particolare, cosa il neurochirurgo e la Neurochirurgia di Caltanissetta hanno a disposizione per garantire un intervento condotto in tutta sicurezza”.
Il San Giovanni di Dio, come noto, non è provvisto di una unità operativa complessa di Neurochirurgia e a lanciare un appello all’Asp è Rosa Avarello, primario di Neurologia al San Giovanni di Dio: “Auspico che presto la nostra Asp si fornisca dell’unità operativa di Neurochirurgia così da snellire l’iter e trattare i pazienti con patologie tumorali nel proprio territorio. C’è da tenere in considerazione come il tumore cerebrale colpisca una grossa fetta di popolazione; riuscire a diagnosticare questi tumori precocemente è senza dubbio una priorità ed è importante trasferire il paziente nel reparto di competenza per essere trattato adeguatamente”.