Pubblicato il: 29/07/2013 alle 07:31
Tre arresti a Palermo per l’omicidio di Antonino Zito, un pregiudicato di 32 anni trovato ucciso nelle campagne di Santa Flavia lo scorso dicembre. In manette sono finiti Carmelo Ferrara, 33 anni, Pietro Mazzara, 25 anni, e Maurizio Pirrotta, 28 anni, pregiudicati palermitani (nella foto in copertina) tutti residenti in via del Bassotto nel quartiere Bonagia. Sono gravemente indiziati di essere gli autori dell’omicidio di Zito. Le indagini, che si sono avvalse anche di intercettazioni telefoniche, hanno consentito di inquadrare il delitto nell'ambiente dello spaccio degli stupefacenti.
Le attività investigative furono avviate già il 18 dicembre 2012, quando i familiari di Zito ne denunciarono la scomparsa: il giovane non farà mai rientro nella sua abitazione. Alle prime luci dell’alba, di mercoledì 19 dicembre, un contadino segnalò, nel territorio del comune di Santa Flavia, in contrada Spedalotto Valdina, una zona agricola nei pressi di Bagheria, la presenza del corpo carbonizzato di un uomo. Il cadavere, reso irriconoscibile dal fuoco, risultava essere proprio quello di Antonino, identificato grazie ad alcuni tatuaggi e, soprattutto, dalla fede nuziale.
Il giovane palermitano era già noto alle forze dell’ordine per alcuni precedenti penali, considerato legato al traffico e allo smercio di droga. Il corpo aveva un foro alla testa, segno di un unico colpo di arma da fuoco, sparato dall’alto verso il basso, risultato fatale alla vittima che si trovava, presumibilmente, seduta o in ginocchio al momento dell’omicidio.Le testimonianze dei parenti della vittima hanno permesso di localizzare la presenza di Zito, ancora in vita, nel tardo pomeriggio del giorno precedente, martedì 18 dicembre, in una baracca in via Del Bassotto, angolo via del Levriere, molto popolare e frequentata, dove veniva somministrato cibo da strada, la cui proprietà è riconducibile a Carmelo Ferrara. Le intercettazioni hanno consentito di individuare, oltre a Ferrara, anche il cognato Pietro Mazzara e Maurizio Pirrotta. I tre, presenti nel chiosco insieme a Zito, nelle ore successive alla scomparsa, avevano mostrato sin da subito un interessamento sospetto sull’andamento delle indagini e un’evidente preoccupazione per le numerose persone sentite dai carabinieri nei giorni successivi al rinvenimento del cadavere.