Pubblicato il: 21/02/2025 alle 00:01
(Adnkronos) –
Giorgia Meloni resta impegnata a fare da pontiere tra Usa e Ue dopo le recenti tensioni sul dossier ucraino. La presidente del Consiglio negli uffici di Palazzo Chigi ieri ha limato il discorso che sabato, alle 19.15 italiane, terrà in video-collegamento davanti alla platea del Cpac, la conferenza dei conservatori che si sta svolgendo alle porte di Washington e che ospita attivisti conservatori e politici da tutti gli Stati Uniti e dal mondo. Ad annunciare l'intervento di Meloni – non ancora ufficializzato da Palazzo Chigi – è il sito del Cpac, dove tra i relatori di sabato figurano anche il presidente argentino Javier Milei ed Elise Stefanik, designata Rappresentante permanente degli Stati Uniti d'America alle Nazioni Unite. La leader di Fdi si focalizzerà sulle relazioni transatlantiche – messe a dura prova dalla nuova dottrina targata Trump – soprattutto in relazione al prosieguo del conflitto in Ucraina. Tema, quest'ultimo, affrontato da Meloni nella telefonata con il primo ministro del Canada Justin Trudeau, presidente di turno del G7, per ribadire la posizione italiana sul conflitto in Ucraina, alla luce delle dichiarazioni al vetriolo di Donald Trump contro Volodymyr Zelensky: la presidente del Consiglio, fa sapere Palazzo Chigi, ribadisce che la priorità per l'Italia "è la stessa del resto d'Europa, dell'Alleanza Atlantica e di Kiev: fare tutto il possibile per fermare il conflitto e raggiungere la pace". Meloni ricorda anche "come siano stati il sostegno occidentale insieme al coraggio e alla fermezza ucraina a precostituire le condizioni che rendono possibile parlare oggi di un'ipotesi di accordo". E assicura che l'Italia, "insieme agli Stati Uniti e ai suoi partner europei e occidentali", lavora "per una pace duratura in Europa, che necessita di garanzie di sicurezza reali ed efficaci per l'Ucraina". Nella stessa telefonata Meloni riferisce a Trudeau che non potrà partecipare alla video-call dei leader G7 in programma lunedì 24 febbraio, a causa degli impegni già presi con il presidente emiratino Mohammed bin Zayed, in visita a Roma. Per lo stesso motivo Meloni non sarà a Kiev insieme ai capi dell'Ue in occasione del terzo anniversario dall'inizio della guerra. Si affollano i dossier nostrani e quelli internazionali sulla scrivania dell'inquilina di Palazzo Chigi, che ieri mattina ha visto i suoi vice e alleati di governo, Tajani e Salvini. "Un semplice incontro che i tre leader fanno tutte le settimane", spiegano fonti governative minimizzando la portata del vertice. Ma non si esclude che al centro della riunione ci sia stato il dossier ucraino o temi economici come i balneari (per il Tar della Liguria, la proroga delle concessioni al 2027 non è valida) e la rottamazione delle cartelle, cavallo di battaglia di Salvini: "Ne parliamo da tempo", si limita a rispondere il segretario della Lega, lasciando il Senato dopo il question time. L'obiettivo del vicepremier è dar vita a "un documento di tutta la maggioranza" sul tema delle cartelle, "perché aiutare 20 milioni di italiani in difficoltà con l'Agenzia delle Entrate non è un obiettivo solo della Lega, è un obiettivo dell'intero governo". Ma da parte dei partner della maggioranza si continuerebbe a registrare una certa cautela, legata soprattutto ai dubbi sulla sostenibilità economica della misura. Sul conflitto russo-ucraino continuano a fare rumore le dichiarazioni di Salvini in lode di Trump ("meriterebbe il Nobel per la pace, altro che bullismo"): frasi che nei toni stridono con quelle, molto più prudenti, pronunciate dal titolare della Farnesina. Per Tajani, il linguaggio utilizzato da Trump contro Zelensky ("dittatore" e "comico mediocre") "certamente non ci appartiene, quello che ci interessa è che l'Europa sia unita, dobbiamo tenere i nervi saldi, le schermaglie è ovvio che ci sono". Zelensky "è stato eletto e sempre sostenuto dagli americani, anche dall'amministrazione Trump che portò Zelensky in Europa attraverso l'ambasciata a Bruxelles". Fonti governative provano a 'detonare' la portata delle esternazioni di Salvini, specificando che la linea in materia di politica estera "la danno il premier e il ministro degli Esteri". Ma è con la giustizia che si apre l'ennesimo fronte interno, dopo le tensioni delle ultime settimane: e ad accendere la miccia questa volta è la condanna in primo grado a 8 mesi per rivelazione di segreto d'ufficio inflitta al sottosegretario Fdi alla Giustizia Andrea Delmastro, in relazione al caso dell'anarchico Alfredo Cospito. Una decisione che lascia "sconcertata" la presidente del Consiglio, la quale nel tardo pomeriggio vede il ministro della Giustizia Carlo Nordio e sceglie di blindare il sottosegretario: "Rimane al suo posto". Il sottosegretario – a differenza di quanto accaduto con il rinvio a giudizio del ministro del Turismo Daniela Santanchè – incassa la piena solidarietà anche di Fratelli d'Italia, dal capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami, che parla di "sentenza politica", ai ministri Tommaso Foti, Francesco Lollobrigida e Luca Ciriani, i quali esprimono solidarietà al collega di partito. Duro il commento di Meloni, che in serata incontra il guardasigilli Nordio: "Sono sconcertata per la sentenza di condanna del sottosegretario Andrea Delmastro, per il quale il pubblico ministero aveva inizialmente richiesto l'archiviazione e successivamente l'assoluzione. Mi chiedo se il giudizio sia realmente basato sul merito della questione". Per Meloni, le dimissioni di Delmastro – chieste a gran voce dall'opposizione – non sono un tema sul tavolo: il sottosegretario "rimane al suo posto", rimarca la leader di via della Scrofa. (di Antonio Atte) —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)