Pubblicato il: 17/02/2024 alle 07:46
Informo la cittadinanza che l'ufficio randagismo del Comune di Caltanissetta è al momento scoperto per trasferimenti di personale e non esita i moduli necessari per microchippare i cani rinvenuti nel territorio o per sterilizzarli.
Il Comune sapeva da tempo del trasferimento del personale ma, non solo non ha pensato a intervenire prontamente con una sostituzione precedentemente formata, ha anche pensato di togliere da quell'ufficio l'ultimo dipendente che era rimasto (erano 2) lasciandolo scoperto, con la conseguenza che i volontari non possono attualmente microchippare i cagnolini di strada. Adesso, visto che non è possibile inoculare i microchip, i cani devono necessariamente passare dal canile per un tempo indefinito e pagato dai contribuenti, mentre prima potevano essere recuperati dai volontari che avrebbero provveduto a spese proprie.
C'è da sapere che un cane in canile costa circa 900 euro annui, moltiplicati per un'aspettativa di vita di 12 anni, fanno 10.800 euro. I volontari tirano fuori dal canile e dalle strade tantissimi cani ogni anno (più di 50 dal canile), facendo risparmiare tantissimi soldi al Comune. Potete facilmente calcolare quanto fa il costo di un cane in canile per tutta la sua vita per il numero di cani che i volontari tirano fuori dal canile e saprete il risparmio che i volontari portano gratuitamente al Comune di Caltanissetta, pur essendo burocraticamente e periodicamente vessati. Perché questo ufficio non viene adeguatamente attenzionato ma al contrario viene depotenziato?
Il randagismo è un fenomeno che comporta al comune una spesa di quasi 1 milione di euro annui ed è paradossalmente il campo su cui meno si opera. Non possiamo continuare a subire. Il Sindaco ha intenzione di fare qualcosa a riguardo? Pur avendo sollecitato diverse volte, siamo all'oscuro di ciò che succederà nel futuro e intanto il tempo passa e noi siamo giocoforza fermi con le nostre attività di volontariato. Non possiamo che chiedere un intervento deciso e definitivo da parte delle istituzioni.
Armando Turturici