Pubblicato il: 11/07/2020 alle 16:35
Un dipendente pubblico che lavora al Sud deve guadagnare meno del suo collega del Nord. E' l'ultimo affondo di Beppe Sala, sindaco di Milano, che ha già scatenato una polemica politica. Parlando due giorni fa in una diretta Facebook sulla pagina dei giovani democratici, ha rilanciato il vecchio tema delle gabbie salariali. «E' chiaro che se un dipendente pubblico, a parità di ruolo, guadagna gli stessi soldi a Milano e a Reggio Calabria, è intrinsecamente sbagliato, perché il costo della vita in quelle due realtà è diverso», ha detto.
«A parità di mansioni, secondo Sala, un lavoratore di Reggio Calabria dovrebbe avere una retribuzione minore rispetto ad un lavoratore di Milano», insorge in un post su Facebook, la deputata di Fratelli d'Italia Wanda Ferro. «Non ci meraviglia che da sinistra vengano proposte ricette economiche che coincidono con quelle che la grande finanza internazionale cerca di imporre all'Italia. Chissà se quella di Sala è una posizione condivisa dal governo, chissà cosa ne pensano i Cinque stelle. Il tema della riduzione del costo del lavoro è un argomento da affrontare se si vuole favorire il rilancio occupazionale al Sud, ma è necessario pensare a strumenti di incentivazione per le imprese. Non certo ipotizzare, come fa Sala, di intervenire sulle retribuzioni dei lavoratori che vivono in regioni che già soffrono un gravissimo ritardo infrastrutturale e dei servizi».
«Il sindaco Sala racconti ad un lavoratore calabrese – sostiene ancora la parlamentare di FdI -che si trova davanti alla necessità di farsi curare fuori regione, o che deve accudire un familiare con disabilità, che merita di avere uno stipendio più basso perché vive in una regione in cui la vita costa meno».