Pubblichiamo l'intervento di un nostro lettore, Giuseppe Sollami, che ha voluto esprimere il proprio parere sulla Grande Piazza di Caltanissetta. Uno sfogo critico che può essere occasione di riflessione per urbanisti, tecnici, amministratori e soprattutto semplici cittadini. Tutti attori, con ruoli variegati, del rilancio del centro storico che lentamente sprofonda nel declino.
“Ogni giorno mi trovo a percorrere una moltitudine di volte il centro storico della mia città, e ogni volta la mia amarezza sale sempre di più: macchine parcheggiate selvaggiamente con la complicità della noncuranza degli agenti preposti, mattonelle che producono rumori tipici della cattiva manutenzione, i dissuasori spostati come se fossero birilli di bowling.
Studiando sociologia urbana all'Università, questo risultato é palese di una mancanza di civiltà da parte del cittadino. Ed é proprio questa la causa che ha portato al fallimento del progetto del rinnovamento della piazza. Il progetto era nato per far rivivere il nostro centro storico che, con la realizzazione di ampi marciapiedi e una corsia adibita al traffico veicolare, doveva garantire la vivibilità del traffico pedonale e la continuazione dei percorsi urbani del traffico veicolare.
Invece il nuovo Corso Umberto é diventato un grosso parcheggio a “lisca di pesce” dove parcheggiano macchine di normali cittadini, ma anche volanti della polizia municipale e auto di rappresentanza, dove la sera le zone ad angolo diventano orinatoi pubblici e i dissuasori, comunemente chiamati “panettoni”, vengono disposti quasi a formare una gimcana di un raduno di moto d' epoca.
La colpa di chi é? Naturalmente va ripartita tra gli organi di polizia, l' amministrazione comunale e i cittadini. I primi dovrebbero, ad ogni ora del giorno (come avviene in altre città), presidiare il traffico ed inasprire le sanzioni, cosa che purtroppo non viene effettuata (le prove sono le innumerevoli foto effettuate). L'Amministrazione poteva semplicemente installare dei dissuasori fissi, non mobili come questi, facilmente rimossi, e dei dissuasori a scomparsa alle due estremità del percorso veicolare per rendere, magari nei fine settimana, la piena percorribilità da parte dei cittadini. Inoltre poteva, a costo zero, programmare un piano di manutenzione periodica per la sostituzione o manutenzione delle mattonelle che abitualmente cedono o saltano nel tratto veicolare.
Il cittadino, da parte sua deve prendere coscienza che se non sviluppa un senso civico adeguato (rispettare i luoghi pubblici, contribuire al buon funzionamento e denunciare i disservizi), non avrà mai diritto di lamentarsi perché anche lui ha contribuito allo sfacelo della nostra città. Purtroppo questa é una caratteristica che contraddistingue, nel 2013, il cittadino meridionale dal cittadino settentrionale – mitteleuropeo: il grado di capitale sociale accumulato. Ed é, nel 2013, una vergogna. Come dico sempre quando mi trovo a parlare della mia città, il problema non é la città, ma siamo noi cittadini, insieme a cattive politiche di gestione, a renderla problematica. O si cambia o nell'arco di un cinquantennio Caltanissetta morirà”.
Un lettore: “Il fallimento della Grande Piazza, tra scelte sbagliate e cittadini incivili”
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