Pubblicato il: 11/02/2014 alle 08:38
Prima di assaggiare qualcosa chiedono gli ingredienti e la modalità di preparazione: è questo il normale iter che gli affetti da celiachia vivono quotidianamente. Ma di cosa si tratta esattamente?
Abbiamo chiesto al dottor Gaetano C. Morreale di illustrarci i sintomi e lo scenario epidemiologico: “Si tratta di “una malattia immunomediata scatenata dall’ingestione di glutine che, in soggetti geneticamente predisposti,determina un processo infiammatorio nell’intestino tenue e conseguente malassorbimento e manifestazioni extraintestinali”.
La descrizione di questa malattia – definita anche sprue celiaca o enteropatia da glutine – si ha fin dal primo secolo d.C. ma il legame con il glutine e stato definito solo nel secolo scorso.
Fino ad alcuni anni fa era considerata una malattia rara, prevalente in età infantile con le manifestazioni classiche della sindrome da malassorbimento ma l’incremento esponenziale della produzione industriale del grano e dal suo aumentato consumo a livello mondiale ha contribuito a diffonderla fino a renderla comune in molti individui.
Per individuare la malattia, il modo di presentarsi e l’associazione con altre condizioni cliniche o patologie gli studi scientifici hanno introdotto, come spiega il dott. Morreale “test sierologici altamente sensibili e specifici come gli anticorpi anti-endomisio (EMA) e anti-transglutaminasi (TG)”. Da ciò è stato riscontrato che la malattia, presente in tutto il mondo, è maggiormente sviluppata nei paesi dell’Europa occidentale, Nord America e Australia mentre è pressoché inesistente in Cina e Giappone.
“Se nel passato – spiega il medico – la malattia era individuata nei bambini adesso la diagnosi è effettuata anche in età adulta con due picchi tra 1-5 anni e 20-50 anni e una prevalenza nel genere femminile”. L’evoluzione delle forme extraintestinali, più evolute rispetto le forme classiche di celiachia, hanno mutato la presentazione classica della malattia rendendo la diagnosi una fase fondamentale per un trattamento adeguato.
Tra le manifestazioni possibili – ed eventuali complicanze – della celiachia si possono includere infertilità, osteoporosi, malattie neurologiche, malattie autoimmuni, malattia celiaca refrattaria, digiunoileite ulcerativa, linfoma intestinale ed altre neoplasie.
“Anche se ci sono dubbi sugli effetti benefici della dieta priva di glutine – conclude Morreale – rispetto all’infertilità ed alle malattie autoimmuni, e comunque ampiamente accettato l’effetto protettivo sul metabolismo osseo e sullo sviluppo di neoplasie”.