Pubblicato il: 30/05/2014 alle 06:18
Un'azienda meccanica dell'area industriale di Gela, la «Giovanni Amarù srl» (NELLA FOTO DI COPERTINA) ha sottoscritto un accordo con le organizzazioni sindacali di categoria per una maggiore tutela della sicurezza in fabbrica, coinvolgendo direttamente i suoi 120 lavoratori attraverso una patente individuale a punti contro gli infortuni, con un premio finale annuo (per i migliori) di circa 500 euro, suddivisi in «buoni acquisto» mensili. Il progetto, denominato «Sicuri si può», prevede un investimento di 30 mila euro annui, con verifiche periodiche (in officina e nelle aule dei corsi di formazione) sulla conoscenza delle norme antinfortunistiche e sulla loro applicazione in fase operativa.
A ciascun lavoratore potranno essere assegnati o sottratti punti sulla speciale patente per il «premio sicurezza», col sistema bonus-malus. Trenta punti è il top della preparazione, 15 il minimo. Al di sotto di tale valore, il dipendente dovrà frequentare corsi speciali di formazione e di recupero. «Questo accordo – ha detto Rosario Amarù, titolare dell'azienda e presidente nazionale della piccola industria – costituisce un valore aggiunto alla prevenzione degli infortuni perchè incentiva il lavoratore a evitare ogni errore, individuale e collettivo, anche tramite interventi per la tutela di gruppo». Per Cgil, Cisl, Uil e Ugl «con l'intesa firmata oggi a Gela, la sicurezza diventa non un costo ma un sistema organizzativo e comportamentale che il sindacato da solo non sarebbe riuscito a garantire».
Il direttore di Confindustria Centro Sicilia, Carlo La Rotonda, ha salutato con favore l'accordo «che stiamo cercando di promuovere anche in altre aziende – ha detto – coscienti però che certe scelte vanno adottate autonomamente e consapevolmente, pur mantenendo alto l'impegno per arrivare ad azzerare gli infortuni». Nell'azienda Amarù di Gela (la prima, in Sicilia, ad aver avviato corsi di formazione sulla legge 626) si sono registrati appena 4 infortuni lievi negli ultimi 15 anni e dal 2011 ad oggi nemmeno uno.