Pubblicato il: 28/03/2025 alle 08:41
Su una delle pareti dell’Istituto Penitenziario Minorile “Ferrante Aporti” di Torino – quello che un tempo si chiamava “La Generala” – c’è una grande targa che ricorda le visite di don Bosco ai giovani in carcere. Lì, infatti, Giovanni Bosco, ancora giovane prete, si recava per incontrare i ragazzi detenuti, su consiglio del “prete della forca”, don Giuseppe Cafasso, oggi santo e patrono dei detenuti.
«Vedere turbe di giovanetti – scriverà poi Don Bosco -, sull’età dai 12 ai 18 anni; tutti sani, robusti, d’ingegno svegliato; ma vederli là inoperosi, rosicchiati dagli insetti, stentar di pane spirituale e temporale, fu cosa che mi fece inorridire … Chi sa – diceva tra me – se questi giovanetti avessero fuori un amico, che si prendesse cura di loro, li assistesse e li istruisse nella religione nei giorni festivi, chi sa che non possano tenersi lontani dalla rovina o al meno diminuire il numero di coloro che ritornano in carcere? Comunicai questo pensiero a don Cafasso, e col suo consiglio e co’ suoi lumi mi sono messo a studiar modo di effettuarlo».
Sono parole di don Bosco: è così che nelle sue «Memorie dell’oratorio» il giovane prete descrive la nascita del suo sistema preventivo. Si può, quindi, ben dire che l’esperienza del carcere ha segnato profondamente la vita e l’opera del Santo dei giovani, tanto che … ancora oggi … egli non perde occasione per farsi “pellegrino di speranza” e andare a consolare i ragazzi detenuti.
E così lo scorso 25 marzo una insigne reliquia di Don Bosco (per la precisione la lingua e la laringe) – che attualmente si trova a San Cataldo in occasione delle celebrazioni per il centenario della presenza salesiana in città – è stata portata presso l’Istituto Penale per i Minorenni di Caltanissetta per una “visita” ai ragazzi detenuti e agli Operatori che di essi si occupano.
La visita, fortemente voluta da Padre Alessandro Giambra, storico Cappellano dell’I.P.M., è stata concordata con i Salesiani di San Cataldo (in particolare con don Alessio Tavilla, attuale incaricato dell’Oratorio, e con il Salesiano Cooperatore Luciano Arcarese, che ha curato l’arrivo della reliquia a San Cataldo) ed è stata favorita dalla piena disponibilità del Direttore dell’I.P.M., Dottoressa Viviana Savarino, collaborata dal Personale di Polizia Penitenziaria e dall’intera Area Educativa.
Presenti all’incontro anche numerosi Assistenti Sociali dell’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni di Caltanissetta e altro personale amministrativo del Ministero della Giustizia.
Dopo aver spiegato la rilevanza e il significato della preziosa reliquia – con il rimando all’importanza della parola per Don Bosco, quale strumento per arrivare al cuore dei giovani – don Alessio ha guidato un breve momento di preghiera che ha concluso il significativo momento.
Non è la prima volta Don Bosco visita l’I.P.M. di Caltanissetta; già l’8 novembre 2013 l’Istituto aveva aperto i suoi cancelli per accogliere l’urna con la fedele copia del corpo di Don Bosco in visita ai suoi giovani “amici” carcerati.
Un’occasione, quella vissuta, per lasciarci ripetere da Don Bosco che “in ogni giovane, anche il più disgraziato, c’è un punto accessibile al bene e dovere primo dell’educatore è di cercare questo punto, questa corda sensibile del cuore e di trarne profitto”.
Luciano Arcarese
