Pubblicato il: 12/05/2016 alle 17:07
Centrodestra unito e all'attacco della legge approvata ieri alla Camera sulle unioni civili. I partiti di opposizione e non solo hanno presentato oggi a Montecitorio le iniziative per l'indizione di un referendum abrogativo della legge Cirinnà, qualora il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a cui spetta l'ultima parola, decida di promulgare la legge. Uniti per la prima volta attorno a un tavolo, dopo tanto tempo, i parlamentari Eugenia Roccella, Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi di Idea, Maurizio Gasparri e Lucio Malan di Forza Italia, Gian Marco Centinaio e Nicola Molteni della Lega, Francesco Bruni e Lucio Tarquinio dei Conservatori e Riformisti, Fabio Rampelli ed Edmondo Cirielli di Fratelli d'Italia, Gian Luigi Gigli e Mario Sberna di Ds-Cd, Guglielmo Vaccaro di Italia Unica, Maurizio Sacconi e Alessandro Pagano, esponenti di Ap, in procinto di lasciare la maggioranza. Pagano, durante il suo intervento alla Camera, ha infatti detto testualmente: “Chiudo, chiarendo che mi sospendo dal mio partito”.
Tra tutti una convinzione “l'80% degli italiani è contrario a questa legge” dice Giovanardi “perché è contrario all'utero in affitto, è contrario all'adozione dei bambini”. Hashtag del referendum sarà ‘ciricorderemo' e la promessa, come conferma Quagliariello, è che i quesiti “saranno depositati non appena la legge verrà promulgata se evidentemente non ci saranno obiezioni da parte del Capo dello stato”.
Lo stesso ex braccio destro di Angelino Alfano ha tenuto però a precisare che “noi chiediamo di abolire gli articoli della legge che creano discriminazioni tra le ipotesi di convivenza omosessuale e quelle eterosessuali”. In base alla legge, osserva, si arriva “ad esempio alla cosa assurda e anche un po' ridicola che se un uomo e una donna convivono per una vita a hanno tre figli, non hanno diritto alla reversibilità, se invece si tratta di una coppia omosessuale avranno la reversibilità”. “Siamo stati obbligati a questa scelta perché sia in Senato che alla Camera non è stato possibile presentare gli emendamenti” per l'utilizzo della fiducia in entrambi i rami del Parlamento, spiega Giovanardi.
“Ma attenzione – ricorda il senatore del gruppo Idea – la legge è stata approvata ieri dalla Camera, ma manca ancora il passaggio del capo dello Stato, che dovrà verificare se ci sono discrepanze costituzionali”. Lucio Malan su questo argomento sottolinea infatti che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, tra i motivi per non firmare il testo, c'è quello della “totale inidoneità della copertura finanziaria della legge. La relazione del ministero dell'economia – attacca il forzista – è ridicola perché sottostima le spese”.