(Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia) Colpevole sì di avere sparato, ma non per uccidere. Che, nel concreto, s’è trasformata da una precedente condanna per tentato omicidio a un’affermazione di responsabilità per la nuova imputazione riqualificata in lesioni aggravate. Perché, secondo la difesa, non avrebbe puntato la pistola verso zone vitali, seppur l’arma si sia inceppata, ma avrebbe sparato mirando alle gambe. Teoria che, con il parere contrario della procura generale che addirittura ha ritenuto già troppo bassa la precedente pena, alla fine ha retto al vaglio della Corte.
E in appello il settantunenne di Vallelunga, Loreto Grasso (assistito dalle avvocatesse Agata Maira e Martina Petrantoni) è stato ora condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione per lesioni aggravate e porto abusivo di arma da fuoco, a fronte dei 6 anni e quattro mesi, già al netto dello sconto di un terzo sulla pena per il rito abbreviato, rimediati in primo grado per tentato omicidio. Sì, per avere fatto fuoco, peraltro con una pistola rubata, contro il vicino di casa, l’operaio cinquantaquattrenne Paolo Plicato (assistito dall’avvocatessa Valentina Fiorenza) costituito parte civile in giudizio. E a lui la corte d’Appello, come già il gup nel primo passaggio in aula in abbreviato, ha riconosciuto il diritto a un risarcimento dei danni, la cui entità sarà stabilita in un procedimento dedicato.
L’ennesima lite tra i due, che mai prima era sfociata in sparatoria, risale alla sera del 19 luglio dello scorso anno. Quando dopo l’ulteriore discussione tra i due, il settantunenne sarebbe uscito davanti la porta di casa impugnando una pistola. Una Beretta calibro 7.65 che poi, hanno scoperto i carabinieri, è risultata rubata negli anni settanta a Palermo durante un furto in casa. Per due volte avrebbe premuto il grilletto ma è partito un solo colpo, perché la pistola s’è poi inceppata. Quel proiettile ha raggiunto l’altro alla gamba. Il ferito è stato subito caricato su un’ambulanza e poi, in elisoccorso, è stato trasferito all’ospedale Civico di Palermo.
Grasso, invece, ancora armato si è barricato in casa. Ed è rimasto chiuso dentro anche all’arrivo dei carabinieri che presto, attraverso testimonianze, lo hanno scoperto. Lui, che peraltro in passato è stato già condannato per armi, dopo avere opposto un po’ di resistenza, alla fine ha desistito. Ed è stato arrestato per quello che, sino al termine del promo processo, è stato ritenuto da inquirenti e giudice come un fallito agguato.