L’Unione Europea ha dato il sì all’Italia per iniziare una serie di controlli tramite una nuova tecnologia, che consente di usare i dati dei contribuenti e mediante l’intelligenza artificiale controllare le azioni dei cittadini, che si nascondono dietro a tasse ed obblighi fiscali. Per questo ora tremano i furbetti. I comportamenti dei cittadini, saranno controllati dall’intelligenza artificiale, in modo da capire chi non paga l’IVA o chi ha ricevuto senza dovere, bonus e vari contributi.
Nel mirino dell'Agenzia delle Entrate ci sono i lavoratori autonomi e le Partite IVA. A loro toccherà dover spiegare perchè, dai 340.000 controlli che ci saranno tra il 2021 e 2023, non hanno versato l'IVA oppure hanno beneficiato di bonus pur non avendone diritto.
Partono i controlli sulle partite IVA: chi rischia
Il Covid 19 non ferma il Fisco. Almeno dal punto di vista dei controlli che l'Agenzia delle Entrate ha calendarizzato tra il 2021 e 2023. Obiettivo, è recuperare 45 miliardi da partite IVA e lavoratori autonomi. Una potenza di fuoco di controlli che farebbe tremare chiunque. Sono circa 340.000 i controlli fiscali pianificati nel triennio. Ma era atteso. O per lo meno ci si poteva attendere che prima o poi l'Agenzia delle Entrate avrebbe verificato che chi avesse beneficiato delle varie misure anti-covid prima o poi sarebbe caduto nella doverosa rete dei controlli. In particolare i controlli saranno maggiori su quei contribuenti che hanno ricevuto un punteggio più basso degli ISA (indicatore sintetico di affidabilità).
Gli ISA sono gli indici sono indicatori che, misurando attraverso un metodo statistico- economico, dati e informazioni relativi a più periodi d'imposta, forniscono una sintesi di valori tramite la quale sarà possibile verificare la normalità e la coerenza della gestione professionale o aziendale dei contribuenti.