Pubblicato il: 21/04/2019 alle 12:04
Le aspettative dei nisseni nei confronti della nuova amministrazione comunale, che si insedierà tra qualche settimana, sono enormi. Il continuo declino della città ingenera nelle persone la speranza di una vera palingenesi, di un'inversione di tendenza che ridia speranza e sviluppo. Mi chiedo tuttavia se le sorti complessive di una città dipendano soltanto dalla politica o se non vi siano altri fattori concomitanti che abbiano incidenza significativa. Uno sguardo alla storia recente mi induce a prendere in considerazione il fattore giudiziario, nel senso del peso che può avere avuto, sul contesto ambientale, il dispiegarsi di un altro determinante potere pubblico. In tal senso non si può certo dire che l'esercizio di quel potere sia stato sempre ben calibrato e, soprattutto, che non abbia pesantemente condizionato lo sviluppo del territorio.Alcuni esempi aiuteranno a cogliere in pieno il senso di queste considerazioni.
Negli anni novanta l'intera classe imprenditoriale nissena venne decapitata dagli arresti dell'operazione"Leopardo". Tutti i più grossi imprenditori vennero arrestati salvo poi essere assolti per l'assenza di ogni reale prova. Le loro imprese però fallirono o chiusero subito dopo a causa delle tragiche conseguenze delle misure cautelari (conti bloccati, richiesta delle banche di rientrare immediatamente dalle coperture, lavori bloccati). La loro chiusura ebbe nefaste ripercussioni sul notevole indotto alimentato dalle stesse. È opinione comune che l'economia nissena da quel momento non ha più ripreso fiato.
In quegli anni venne arrestato e processato un esponente politico capace di elaborare un serio progetto di sviluppo di Caltanissetta, pensata, come"città dei servizi", teso a valorizzarne realmente la centralità, e capace di dare seguito allo stesso con realizzazioni che costituiscono tuttora gli ultimi presidi di resistenza nissena (Cefpas, quarto polo sanitario, Università, Elisoccorso…). Quel politico,che sarebbe stato quasi sicuramente il prossimo Presidente della Regione, venne poi assolto con formula piena da tutti i processi ma la sua carriera inevitabilmente azzerata, e con essa le speranze dei nisseni.
Alcuni anni dopo il più capace imprenditore nisseno viene totalmente azzerato da una serie di inchieste che, nonostante le ripetute assoluzioni dal reato di associazione mafiosa, portarono comunque ad un'incomprensibile confisca dei beni. Il risultato di tale iniziativa è che prima migliaia di operai nisseni sostentavano le loro famiglie andando a costruire autostrade e altre opere pubbliche in tutta Italia, oggi imprese del Nord depredano il nostro territorio lasciando le opere incompiute e non onorando i debiti nei confronti dei fornitori locali.
Negli ultimi anni, secondo le risultanze di nuove inchieste, un sistema illegale di potere ha pesantemente condizionato la politica e l'economia distruggendo gli imprenditori non allineati, eliminando i politici liberi e sgraditi, indirizzando le scelte verso la tutela degli interessi privati invece che verso il bene pubblico. Il grado di condizionamento anche di settori importanti delle forze dell'ordine fa sorgere più di un dubbio sul corretto esercizio del potere di vigilanza e di repressione della Magistratura. E' chiaro dunque, come nel tempo, siano stati immessi dei virus letali nella nostra società, certamente capaci di impedirne un sano sviluppo, all'insegna della libera concorrenza e del perseguimento del bene comune, che hanno come presupposto se non dei comportamenti dolosi quantomeno delle colpe gravissime per le quali non sono mai state espresse autocritiche.
È chiaro dunque come alla rinascita cittadina non basti una politica migliore (e da questo punto di vista c'è molta strada da fare) ma occorra il corretto esercizio di altri rilevanti poteri che costituiscono fondamentale fattore di sviluppo. Sergio Iacona