Pubblicato il: 16/05/2019 alle 15:54
Una docente d’italiano in servizio all’istituto tecnico industriale “Vittorio Emanuele III” di Palermo, Rosa Maria Dell’Aria, è stata sospesa per 15 giorni per non aver vigilato sulla realizzazione di un video realizzato dai suoi alunni lo scorso 27 gennaio, in occasione della Giornata della memoria, e in cui si accostava la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
La decisione è stata assunta dall’Ufficio scolastico provinciale di Palermo dopo che il caso era stato sollevato nei mesi scorsi, tramite i social, da un attivista di destra. Attorno all’insegnante si sono stretti diversi colleghi che le hanno espresso solidarietà. Attraverso il figlio avvocato lei si è detta “amareggiata” per quanto accaduto: “La docente ha spiegato il legale – non può sindacare la libertà di espressione degli alunni e la sua libertà di insegnamento è tutelata dalla Costituzione, purché non oltrepassi il limite del buon costume e non minacci l’ordine pubblico”.
Per gli ispettori dell’Ufficio scolastico provinciale, però, “la libertà di espressione non è libertà di offendere e l’accostamento delle leggi razziali al decreto sicurezza è una distorsione della realtà”. Intanto stamani a scuola è arrivata la Digos che ha parlato con il preside e i professori.
Commenti alla vicenda sono giunti dal mondo politico e sidacale. Per il segretario siciliano del Pd, Davide Faraone, “la libertà di opinione degli studenti, e anche il solo fatto di ritenere le norme sull’immigrazione del decreto Salvini tanto disumane quanto le leggi razziali, non può essere un reato, certamente non lo è, per Costituzione.áÈ un reato impedire la critica, che è un diritto sacrosanto in una democrazia. Ancor più grave è se, per censurare i legittimi punti di vista, si mette in moto una sorta di macchina della paura, dell’intimidazione, con il Miur che sospende un’insegnante per una fantomatica omessa vigilanza sugli studenti e con la Digos che entra nelle classi per interrogare i ragazzi”.
Parole a cui hanno fatto ecco quelle di Francesca Bellia, segretario generale Cisl Scuola Sicilia. “Siamo dell’idea che il provvedimento disciplinare contro la docente vada ritirato, perché per noi lede i principi costituzionali di libertà di insegnamento e di espressione – ha detto -. Scelte come queste rischiano solo di scatenare un clima di tensione all’interno del sistema scolastico, il provvedimento non doveva essere né sollecitato né inflitto. Esprimiamo pieno sostegno e solidarietà alla docente destinataria della sanzione, serve una immediata risposta sul piano sociale e culturale per far ritirare questo inaccettabile provvedimento disciplinare”.