La presunta vittima si costituisce parte civile, dopo una parziale esclusione per ragioni formali legate alla procura prodotta in giudizio, e la difesa del principale imputato annuncia che chiederà una perizia psichiatrica per valutare la capacità di intendere e volere.
Nel frattempo i giudici della seconda sezione penale, presieduta da Wilma Angela Mazzara, ammettono i mezzi di prova presentati dal pubblico ministero Alessandra Russo e dai difensori. Il processo a carico di un netturbino cinquantunenne, arrestato il 10 gennaio dell'anno scorso, con le accuse di violenza sessuale e maltrattamenti ai danni della figlia, entrerà nel vivo, con l’interrogatorio dei primi testi, il 4 dicembre.
Il rinvio a giudizio era stato deciso dal gup Stefano Zammuto che ha mandato a processo anche la moglie e due cognati del principale imputato, accusati di favoreggiamento per avere mentito al pm durante le indagini con l'obiettivo di garantire l'impunità al presunto "mostro", accusato di avere violentato e picchiato selvaggiamente la figlia, talvolta minacciandola con una pistola per costringerla ad avere rapporti sessuali con lui, anche in presenza dei nipoti. Altri due figli del netturbino, difeso dall'avvocato Davide Casà, inizialmente indagati per gli stessi fatti, non sono finiti a processo. (Agrigentonotizie.it – https://www.agrigentonotizie.it/cronaca/favara-violenza-sessuale-su-figlia-netturbino-51enne-a-processo.html)