Calci e pugni per stordire la figlia e violentarla, anche in presenza dei tre nipoti in tenera età o con la minaccia della pistola: un netturbino cinquantunenn di Favara, arrestato il 10 gennaio dell'anno scorso e poi tornato libero per scadenza dei termini, finisce a processo con le accuse di violenza sessuale e maltrattamenti.
Il rinvio a giudizio, al termine dell'udienza preliminare, è stato deciso dal gup Stefano Zammuto che ha mandato a processo anche la moglie e due cognati del principale imputato, accusati di favoreggiamento per avere mentito al pm durante le indagini con l'obiettivo di garantire l'impunità al presunto «mostro»