Pubblicato il: 02/10/2013 alle 16:18
Un centro contro la violenza sulle donne anche a Caltanissetta. In questi giorni ne sono nati altri in Sicilia per volere dell'associazione Millecolori Onlus – titolare di una struttura a Palermo – e ora prende forma anche nel capoluogo nisseno. Una rete di strutture intitolata a Lia Pipitone, la figlia di Antonio, boss dell’Acquasanta, uccisa il 23 settembre 1983 per essersi ribellata al padre e a Cosa Nostra. Una nuova e importante realtà quella nata a Caltanissetta, dove gli operatori raccoglieranno le richieste di aiuto delle donne vittime di soprusi.
Venerdì 4 ottobre alle ore 17.00, nell’auditorium della parrocchia San Pietro in via Paolo VI a Caltanissetta, l’associazione nissena “Il giardino delle Idee” presieduta dalla psicologa Alice Garofalo (nella foto)presenterà ed inaugurerà il “Centro di Prevenzione, Ascolto e Lotta alla Violenza Lia Pipitone”. Un osservatorio che va ad aggiungersi agli altri nati in questi giorni a Palermo Siracusa, Ragusa, Messina, Caltagirone, Erice e Monreale.
Le cronache nissene, periodicamente, riportano casi di violenza subiti dalle donne in tutte le sue manifestazioni. “L'obiettivo del centro – dicono i promotori – è quello di riconoscerne i segnali e i meccanismi che innescano un comportamento violento, ma soprattutto quello di sostenere le vittime fornendo loro un supporto costante e competente”.
Alla presentazione del centro interverranno, oltre ad Alice Garofalo, anche Piero Cavaleri (psicologo e psicoterapeuta), Adriana Argento (responsabile della Rete Regionale Centri Antiviolenza “Lia Pipitone” e Responsabile del Centro di Palermo. Millecolori onlus), Antonio Ferrante (Direttore del Comitato Scientifico della Rete Regionale Centri Antiviolenza “Lia Pipitone”) e Alessio Cordaro, figlio di Lia Pipitone e co-autore del libro “Se muoio, sopravvivimi” scritto insieme a Salvo Palazzolo, giornalista di “Repubblica”.
I centri garantiranno supporto psicologico e fisico, collegamento con il territorio, reinserimento nel lavoro. “Questa rete nasce indipendentemente dal sostegno dell’assistenza pubblica – aggiungono i promotori del centro Lia Pipitone – è un impegno esaltante, fatto di associazionismo e volontariato, fatto di solidarietà e coscienza sociale”.