Pubblicato il: 29/08/2022 alle 14:56
Più casi di West Nile in Italia rispetto all'anno scorso. Ma anche più casi rispetto a quelli registrati nel 2018, ritenuto dagli esperti un anno eccezionale per la circolazione di questo virus che si trasmette attraverso la puntura di zanzare. Secondo l'ultimo bollettino della sorveglianza integrata (pubblicato dall'Istituto Superiore di Sanità il 24 agosto), dall'inizio di giugno 2022 al 23 agosto sono stati confermati 301 infezioni nell'uomo, di cui 160 si sono manifestati in forma neuro-invasiva e 15 pazienti sono deceduti. Da inizio giugno al 22 agosto 2018, invece, erano stati 255 i casi confermati, di cui 103 in forma neuro-invasiva e 10 i decessi.
I numeri del 2022 sono superiori anche agli anni successivi al 2018. Fino al 25 agosto 2021 si contavano solo 18 casi confermati di infezione da West Nile, di cui 12 in forma neuroinvasiva. Nel 2020, fino al 26 agosto, si contavano 22 casi, di cui 16 neuro-invasivi. Fino al 21 agosto 2019 c'erano stati 14 casi, di cui 6 in forma neuroinvasiva. In nessuna delle tre annualità risultavano pazienti deceduti. Il West Nile è un virus degli uccelli che viene trasmesso all’uomo attraverso le punture di zanzare infette. Il periodo di incubazione è variabile, dai 2 ai 14 giorni. Nella maggior parte delle persone l'infezione è asintomatica, chi ha sintomi, invece, ha febbre, mal di testa, dolori muscolari e articolari, vomito, diarrea, ingrossamento dei linfonodi ed eruzioni cutanee e, come ha spietato l'Iss, possono durare pochi giorni – in rari casi qualche settimana. L'età e le condizioni di salute di chi viene colpito dal virus possono prolungarne la durata, non a caso gli anziani e chi ha problemi di diabete e ipertensione rischiano conseguenze più gravi. I sintomi più severi, che riguardano meno dell’1% di chi contrae l'infezione, sono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni.
Se il 2022 si sta rivelando l'anno con una maggiore diffusione del virus West Nile, la causa sarebbe da rintracciare nelle scarse precipitazioni degli ultimi mesi. A causa della siccità si sono registrati meno ristagni di acqua, dunque le zanzare si sono ritrovate a condividere gli ambienti per la riproduzione con gli uccelli migratori. Ecco perchè il virus, che viene proprio dagli uccelli, è entrato più facilmente a contatto con le zanzare che poi lo trasmettono all'uomo, come ha spiegato il biologo Fabrizio Montarsi dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie. In Italia, le regioni più colpite quest'anno sono state il Veneto, il Piemonte, la Lombardia, il Friuli-Venezia Giulia e l’Emilia Romagna. Alcuni casi però sono stati registrati anche in Toscana e Sardegna, mentre in Europa il virus si è diffuso soprattutto in Grecia, Austria, Romania e Slovacchia. Per tenere sotto controllo il virus, dal 2008, la sua presenza viene rilevata ogni anno durante il periodo di attività delle zanzare, grazie ad un piano di sorveglianza attivo su tutto il territorio, emanato dal ministero della Salute e realizzato dall'Istituto superiore di sanità con il contributo dell'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise.Al momento non esiste un vaccino, dunque è fondamentale la prevenzione. In primo luogo è utile ridurre l’esposizione alle punture di zanzare, utilizzando prodotti repellenti o coprendo le parti del corpo più esposte soprattutto all’aperto, alba e al tramonto. Tra le precauzioni anche svuotare frequentemente i vasi di fiori ed evitare i ristagni d’acqua.(Gds.it)