Pubblicato il: 17/11/2013 alle 10:00
Il prossimo 8 dicembre i tesserati e i simpatizzanti elettori del Partito democratico avranno la possibilità di votare il proprio candidato alla segreteria nazionale. Seguonews.it vuole offrire ai nisseni la possibilità di crearsi il proprio punto di vista in merito ai programmi che ciascun candidato sta portando avanti e, con questo intento, ha realizzato alcune interviste (che vi proporremo anche nei prossimi giorni) ai rappresentanti politici locali per capire i punti di forza di ciascun rappresentante.
I delegati provinciali devono ancora ridurre la lista dei candidati da quattro attualmente in lizza a tre ma tra questi non c’è alcun dubbio che figurerà il nome di Matteo Renzi. Il sindaco di Firenze, nonostante sia stato definito “rottamatore” e ritenuto incline ad assumere atteggiamenti antipolitici simili a quelli di Beppe Grillo, però, continua ad andare avanti per la sua strada verso la guida di un partito in cui crede e che fa sperare per un futuro migliore.
Matteo Renzi, sconfitto alle primarie del 2012 da Pierluigi Bersani, ha deciso di sostenere l’Italia che “cambia verso”, rimesso alla guida del suo camper, sta continuando a raccogliere la fiducia dell’elettorato.
Perché questo giovane ha ottenuto tutta questa mediaticità? Quali sono i punti di forza che gli potrebbero far vincere le elezioni? Domande alle quali hanno cercato di dare una risposta Vito Margherita, consigliere del Comune di Caltanissetta e sostenitore di Matteo Renzi.
Vito Margherita, indichi tre aggettivi per definire Matteo Renzi.
Giovane, coraggioso e preparato.
Questi appena definiti sono i suoi punti di forza. E, invece, i punti deboli?
Non trovo punti deboli a Matteo Renzi se non quello di una debolezza tra i tesserati del partito.
In questi giorni si parla molto di  “tesseramento gonfiato”. Qual è la sua opinione in merito?
Non seguo con grande entusiasmo le polemiche e, ancor di meno le logiche del tesseramento. Di certo posso dire che questo ragazzo è riuscito a trasmettere grande entusiasmo sia all’interno sia, soprattutto, all’esterno del partito e tanta gente si sta avvicinando al PD grazie a lui.
Matteo Renzi si è già presentato alle Primarie ed è stato sconfitto da Pierluigi Bersani. Perché pensa – per citare lo stesso slogan del Sindaco di Firenze – che adesso “l’Italia cambierà verso”?
Adesso “l'Italia cambierà verso” perché le primarie sono diverse da quelle del 2012. L’anno scorso per votare bisognava essere già tesserati al partito democratico oppure già inseriti nelle liste degli aventi diritto al voto delle parlamentarie attraverso una pre-iscrizione. Questa, a sua volta, comportava una precedente votazione in occasione delle parlamentarie per la scelta a livello provinciale dei candidati alla camera.
Una procedura troppo complessa?
Sì, la vecchia procedura è difficile da spiegare già a me che sono un tesserato del PD, figuriamoci per una persona esterna al partito. Ma quel che è peggio è che questa modalità complessa per le primarie è stata adottata solo ed esclusivamente quella volta.
E adesso?
Le primarie questa volta saranno aperte, chiunque potrà andare a votare. Niente tessere né pre-iscrizione. Adesso il risultato “cambierà verso”, non sarà facile fare vincere il candidato solo se sostenuto soltanto dalle tessere…
Molti ritengono l’intento “rottamatore” di Matteo Renzi sia deleterio per il partito e che, nel cambio generazionale, possano perdersi delle figure autorevoli e importanti. Come risponde a questa provocazione?
Ritengo sia più deleteria la forzatura fatta nei confronti di Bersani nelle scorse primarie nazionali, che sia più deleterio arrivare in parlamento con una maggioranza fatta da larghe intese, che sia più deleterio che un partito come il PD, dato in grande vantaggio un mese prima delle elezioni nazionali, esca dalle urne con una maggioranza risicata per Bersani.
Sono convinto che se Renzi avesse vinto le scorse primarie, l'Italia avrebbe già cambiato verso e penso che la cosa più deleteria sia continuare a portare in Parlamento le solite facce così come è sempre avvenuto nel passato.